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Sicurezza, cooperazione Anaci-Comuni

di Saverio Fossati

Sulla sicurezza gli amministratori Anaci stringono le maglie, in collaborazione con la polizia locale.

L’iniziativa, partita da Anaci Padova cinque anni fa ( sui primi risultati si veda il Quotidiano del Sole 24 Ore - Condominio del 31 gennaio 2017 ) si è estesa a tutta Italia: Anaci nazionale ha infatti sottoscritto con l’Anci un protocollo analogo a quello padovano che, a cavallo tra il 2017 e il 2018, ha “gemmato” accordi locali con i Comuni di Arezzo, Brescia, Prato, Pistoia e Verona.

La premessa, nello stile pragmatico dei veneti, è semplice: si parte dalla constatazione che la dilatazione dei compiti dell’amministratore, voluta soprattutto dalle amministrazioni comunali, porta i professionisti, a capo della “famiglia” condominiale, «ad attivarsi per favorire le condizioni di vivibilità e fruibilità degli spazi condominiali, nonché agevolare una serena e pacifica convivenza tra gli abitanti dell'immobile amministrato», come il sindaco fa con tutti cittadini.

E, prosegue il documento, constatata la diffusione nella cittadinanza di una domanda di maggiore sicurezza nelle abitazioni e la riqualificazione dei Quartieri, è sempre più percepita la necessità di istituire e favorire politiche integrate della sicurezza in cui soggetti pubblici (Polizia Locale) e privati (amministratori Anaci), agiscano in sinergia . Vengono quindi costituiti tavoli dove polizia locale e amministratori Anaci segnalano direttamente violazioni alle leggi o ai regolamenti, come fenomeni criminosi o che generano allarme sociale in ambito residenziale (spaccio di droga, prostituzione, immigrazione clandestina, attività abusive, persone che cagionano uno stato di paura e d'ansia e di fondato timore).