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Confedilizia: cambiare rotta sull’immobiliare

dalla Redazione

Il convegno di Piacenza del Coordinamento legali Confedilizia, giunto alla sua ventottesima edizione, si svolge quest'anno nella settimana che ha visto il preannuncio del possibile varo da parte del Governo, nell'ambito della prossima manovra di bilancio, di una misura da tempo attesa dalla proprietà immobiliare, ma sollecitata anche dalle organizzazioni rappresentative dei commercianti e degli artigiani.
Per Confedilizia si tratta dell'istituzione della cedolare secca per le locazioni commerciali: «Un intervento che avrebbe il merito, in un colpo solo, di affrontare e iniziare a risolvere una serie di problemi molto diversi fra loro - spiega il presidente Giorgio Spaziani Testa -. Garantendo una tassazione più semplice e più contenuta sui proprietari di locali commerciali dati in affitto, attualmente tale da annullare qualsiasi redditività del bene, si porrebbe infatti un argine al dilagante fenomeno dell'abbandono di questi immobili e al conseguente espandersi di situazioni di degrado e di insicurezza all'interno delle nostre città. Con tutte le immaginabili conseguenze positive in termini di apertura di nuovi esercizi e di crescita di occupati. Vedremo come andrà a finire, la prudenza non è mai troppa quando si tratta di annunci di misure fiscali da inserire nella legge di bilancio. Certo è che il comparto immobiliare ha bisogno di ricevere dal Governo, già nella sua prima manovra, quei segnali di attenzione che si aspetta, e che merita, da molto tempo.
Il 25 di questo mese Confedilizia, insieme con l'organizzazione internazionale della proprietà immobiliare di cui è componente per l'Italia (l'Uipi), sarà a Bruxelles per sottolineare anche nella sede del Parlamento europeo quanto ci affanniamo a ripetere da anni, con il supporto, oltre che del buon senso, di economisti illuminati e non omologati. E cioè che quella immobiliare non è una ricchezza statica, come da molte parti viene (spesso in modo interessato) asserito, bensì una ricchezza (quando lo è, verrebbe da dire) dinamica, come tale da salvaguardare alla stessa stregua di ogni altra manifestazione economica. Di qui la necessità di rimuovere quel macigno fiscale, reso insopportabile con la manovra Monti del 2011, che limita fortemente le enormi potenzialità di un settore che è stato sempre, soprattutto in Italia, un formidabile volano di crescita e sviluppo.
Dal “Governo del cambiamento” ci aspettiamo un mutamento di rotta nelle politiche sull'immobiliare, non solo di tipo fiscale. Per incentivare gli investimenti nel settore, per migliorare l'aspetto delle nostre città, per stimolare i consumi, per rilanciare il turismo, per accrescere l'efficienza e la sicurezza del nostro immenso patrimonio edilizio.
Speriamo sia la volta buona».