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Lettera aperta sul decreto Dignità: senza voucher in casa torna il lavoro nero

di Vincenzo Vecchio (presidente Appc Bergamo e Brescia)

È in discussione alla Camera il Decreto Dignità (Disposizioni urgenti per la dignità' dei lavoratori delle imprese) emanato dal Governo.
Riteniamo estremamente interessante, aldilà dei contenuti, che certamente sono migliorabili, l'atto normativo, in particolare per l'obbiettivo di assicurare maggiore stabilità ai rapporti di lavoro cercando di non eliminare la necessaria flessibilità di cui debbono disporre le imprese, soprattutto se piccole, che sono il tessuto produttivo portante dei nostri territori.
Detto ciò vorremmo segnalare la necessità che, in sede di conversione del decreto, si tenga conto che in ambito condominiale, ma anche domestico, con particolare riferimento ai piccoli proprietari di case, l'aver abolito o comunque reso impossibile di fatto con oneri burocratici insostenibili l'utilizzo di voucher ha determinato non solo un incremento abnorme dei costi per le piccole manutenzioni e lavoretti di modesta entità (giardinaggio, pulizie ecc.), ma addirittura il ritorno a rapporti illegali di prestazione di lavoro, con gravi rischi per i lavoratori stessi e i committenti, oltre a perdita di entrate per lo stato.
Gli interventi legislativi non debbono disegnare una società perfetta, che non esiste né può esistere, ma le norme debbono essere chiare, applicabili facilmente, accettate e accompagnate da sanzioni ragionevoli.
Se ciò non avviene i cittadini cercano di aggirarle e perdono la fiducia nell'apparato dello stato visto come controparte che impone solo costi e oneri burocratici.
Chiediamo quindi di volere tenere conto di queste osservazioni in sede di conversione in legge del decreto su indicato.