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Privacy europea, finta semplificazione

di Luigi A. Ciannilli (presidente CONF.A.I.)


Lunedì 25 Giugno alle ore 16,00 si terrà a Ferrara un incontro tra associati a CONF.A.I. per esaminare ed attivare gli aspetti riguardanti la categoria circa gli adeguamenti del GDPR UE 2016/679, più noto come normativa “Privacy”.
Aspetti che toccheranno le responsabilità dei singoli professionisti, ma anche degli stessi ‘condòmini', ancora all'oscuro, direttamente, su ciò che la normativa comporterà anche da parte loro e nei loro confronti, sia in termini di responsabilità che, soprattutto, di ‘costi'. E sicuramente saranno felici, nell'apprenderlo, di cosa continua ad occuparsi solertemente l'Europa, piuttosto che dare soluzioni a problemi sociali, occupazionali e di sviluppo economico reale.
Eppure tutti parlano di ‘semplificazione', ma il GDPR UE 2016/679 – come ripreso e pubblicato sulla G.U. n° 50 di Lunedì 4 Luglio 2016, è composto di ben 88 pagine!!! E senza considerare le incongruenze che contrastano con quanto contenuto nella legge di Riforma del Condominio n° 220/2012 – nella quale il legislatore e 1° firmatario, Sen. Mugnai, orgogliosamente e giustamente, affermò in un convegno: <<abbiamo dato precedenza ed importanza alla ‘sicurezza' più che alla ‘privacy' nei condomini>>. E invece ci ritroviamo che quanto è stato fatto uscire dalla ‘finestra' rientra, in pompa magna, dalla ‘porta'.
Il caso più clamoroso, riferito a quest'ultimo aspetto? La nuova formulazione contenuta nella L. 220/2012 dell'ex art. 63 della DD.AA. del CC che, al 1° comma, prevede: «Per la riscossione dei contributi in base allo stato di ripartizione approvato dall'assemblea, l'amministratore, senza bisogno di autorizzazione di questa, può ottenere un decreto di ingiunzione immediatamente esecutivo, nonostante opposizione, ed è tenuto a comunicare ai creditori non ancora soddisfatti che lo interpellino i dati dei condòmini morosi».
Ora, secondo le disposizioni contenute nel GDPR UE 2016/679, l'amministratore deve richiedere l'assenso ‘scritto' del condòmino moroso, prima di comunicare i dati al fornitore che ne fa richiesta?
Ma non è che in Italia e in Europa si sia nettamente superato il livello standard di logica, concretezza e, soprattutto, buonsenso ?!