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La psicologia sociale entra in condominio

di Federica Riccardi

Centinaia di migliaia di liti condominiali portate ogni anno in Tribunale, pagine di cronaca sempre più imbrattate dagli epiloghi tragici dei conflitti in condominio, amministratori stanchi dei pregiudizi. E, naturalmente, condòmini altrettanto stanchi di una cattiva comunicazione.

Questo lo scenario attuale che incrocia i dati Istat con le prime evidenze rilevate dalle interviste del progetto ’’+Vicini’’, nato per indagare, e superare, i conflitti in condominio.

La professione di amministratore condominiale si basava sulla fiducia che un tempo le persone riponevano in una figura che aveva come unica targa fuori la porta un nome ed un cognome, affidandole la gestione del proprio immobile e del proprio denaro.

Dove è finita questa fiducia? Cosa si è perso? Come si è perso quel legame pulito tra le persone? Ma soprattutto, come fare a recuperarlo?

Questa volta ad essere chiamati a rispondere sono anche i condòmini, che con gli amministratori stanno rispondendo alle interviste del progetto “+Vicini”. L’iniziativa è partita dalla Campania con la giovane associazione Garante Condominio (www.garantecondominio.it), che ha riunito insieme al team di Aied Napoli- sezione Psicologia un gruppo di studio che sta analizzando le dinamiche condominiali dal punto di vista della psicologia sociale in un percorso di autoformazione che prende spunto dai preziosi contributi raccolti attraverso le interviste.

L’intervista è stata strutturata per rilevare le tematiche calde ed i vissuti difficoltosi sia sei condòmini che degli amministratori. L’accento qui è posto sulla relazione e non sulla categoria sociale,regionale, culturale, professionale. Si parla di umani e di sentimenti, di vissuti e di difficoltà. Lo scopo dell’indagine è dunque la definizione di partenza delle insoddisfazioni da parte degli attori del mondo condominio ed avrà seguito in una serie di azioni di sensibilizzazione.

Una volta concluse le interviste (l’obiettivo è di svolgerne 2mila) ed elaborati i dati, condivideremo le evidenze riscontrate con le associazioni che si sono mostrate interessate (e che sono invitate a collaborare). Sulla relazione e sulla parità verranno condotte anche le iniziative di sensibilizzazione che scaturiranno da questa prima fase di indagine.