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... A proposito di equo compenso agli amministratori di condominio

di Mauro Simone, pres. Territoriale Area metropolitana APPC-ALAC Bari

«Non tutte le preghiere arrivano al cielo» recita un vecchio adagio.
Infatti sino ad oggi poche preghiere degli Amministratori di Condominio e delle Associazioni di categoria a cui aderiscono i professionisti amministratori di condominio sono state ascoltate dal legislatore per porre rimedio alla discriminazione dell'attuale legislazione che prevede oneri e incombenti gravosi e con l'aggravante di una inadeguata risposta economica per gli amministratori professionisti che svolgono l'attività con miseri compensi, talvolta addirittura gratis per conto di Comuni e Arca chè non rimborsano i rappresentanti delle Autogestioni del patrimonio pubblico italiano,come liberi professionisti ai sensi della Legge 4 del 2013. Il condominio nel corso del tempo si è evoluto notevolmente, da edificio con pochi alloggi si è trasformato in macroedificio dotato delle più sofisticate tecnologie e con bilanci importanti, che comportano una gestione accurata,responsabilità e incombenti sempre più pesanti per l'amministratore di condominio.
La figura dell'amministratore, che agisce da play-maker nel rapporto “amministratore-amministrati-proprietà condominiale” si è anch'essa evoluta, nel tempo passando dal cosiddetto “fattore di città” di oltre un secolo fa all'amministratore manager, o quasi, di oggi con competenze multidisciplinari ma con molti obblighi, tra i quali spiccano quelli fiscali oltre a quello della formazione periodica prevista dal D.M. 140/13 allo scopo di aggiornare e sviluppare le conoscenze professionali e garantire all'utenza competenza e servizi qualificati.
Da un lato il citato amministratore di un tempo, che aveva il compito di provvedere esclusivamente alle piccole incombenze negli edifici a uno o due piani è ormai considerato una figura arcaica come sostituito da un professionista che esercita la propria attività svolgendo ex lege 4/2013 una mansione intellettuale, libera, indipendente e soprattutto avente una notevole rilevanza sociale, dall'altro purtroppo una serie di problemi restano tuttora irrisolti sul tappeto, primi su tutti l'assenza di un ordine professionale e soprattutto l'assenza di un tariffario minimo o dell'equo compenso che seppur proposto di recente in Parlamento viene tenacemente contrastato per l'ottusità dell'Unione Europea , che mantiene tuttora una posizione rigida su principi che occorrerebbe assolutamente rivisitare in materia di tariffe e concorrenza. Gli amministratori di condominio aderenti alle varie associazioni di categoria respingono l'impostazione dell'Unione Europea e dell'Authority della concorrenza e del mercato chè non è aderente alla realtà, siccome le attuali tariffe riconosciute agli amministratori sono assolutamente inadeguate e obbiettivamente smentiscono il timore di restringere la concorrenza nel settore dei servizi inerenti l'amministrazione di edifici condominiali.
I nemici degli amministratori (iscritti e non a Ordini e Collegi) in vero sono più di uno: da un lato gli stessi amministratori, ovvero quegli amministratori che alimentano il fenomeno del dumping con la richiesta di compensi professionali irrisori e lesivi della propria e dell' altrui dignità e dall'altro, come ricordato,sia l'Auhority e sia la Commissione della Comunità Europea che sin dal 1994 considerano lesivi del libero mercato e con danno per i consumatori,nonché inutili ed inefficaci anche le tariffe minime adottate dagli Amministratori di condominio.
Gli amministratori di condominio congiuntamente a tutti gli operatori delle professioni non regolamentate di cui alla L.4/2013 chiedono - a mente dell'art.36 Cost. - risposte coraggiose dal nostro Parlamento, per una esistenza dignitosa in ossequio al citato precetto costituzionale. Dopo la riforma del 2012 paradossalmente sono aumentati i compiti e le responsabilità dei professionisti, di contro i compensi sono inaspettatamente calati. Alla luce di questa realtà non rimane che sensibilizzare tutti i dirigenti di Associazioni di categoria a riflettere se prendere in esame l'ipotesi di scendere in piazza, e non soltanto continuare a discutere tra noi in mille convegni, per organizzare una grande manifestazione unitaria nazionale degli amministratori e di tutti i professionisti delle categorie non ordinistiche che fanno riferimento al COLAP sul tema dell'equo compenso ai professionisti di cui alla L.4/13.
La proposta non è facile a realizzarsi poiché non è facile organizzare gli amministratori di condominio, sia perché gli amministratori non si sentono una corporazione sia perché non sono sensibilizzati da alcun partito o movimento politico. Però si potrebbe provarci con il sostegno del COLAP e delle categorie non regolamentate ad esso collegate.
Se chi deve farsi avanti e contribuire a unire le voci resterà ancora una volta chiuso nel proprio ambito , gli amministratori avranno un motivo plausibile per gridare il proprio grido di dolore contro chi non interpreta in modo responsabile il proprio ruolo, a cominciare dalla politica, e noi avremmo titolo per pensare che l'irrazionalità a volte mortifica la ragione.