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Revisori condominiali: chi si improvvisa rischia di fare danni enormi

di Francesco Schena (Presidente Nazionale ARCO)

Il nuovo art. 1130-bis del codice civile sembra abbia scatenato la corsa al “revisore” per mettere sul banco degli imputati l'Amministratore e dimostrare così quanto sia vera la storiella dell'amministratore truffatore.
Quella che non esito a definire una vera e propria moda rischia di diventare il nuovo grande male dell'amministrazione condominiale di oggi e tutto questo per motivi molto banali quanto, a mio parere, drammatici.
In primo luogo, occorre immediatamente censurare la cultura distorta che va sempre di più consolidandosi sulla figura del revisore, in special modo per quello che riguarda i consumatori finali, ovvero i condòmini, che nel nominare un revisore perché verifichi la contabilità redatta dal loro amministratore ribolliscono dalla voglia di vedere confermati i loro dubbi sulla scarsa onestà dell'amministratore.
Poi abbiamo i revisori condominiali che mossi da una pessima conoscenza della materia e soprattutto dall'ignoranza di quello che deve essere il giusto atteggiamento professionale, non solo restano vittime inconsapevoli delle aspettative dei loro clienti, ma le alimentano con perizie indegne di tale nome e con dei risultati spesso frutto di una incredible sequenza di errori perché improvvisati nel loro nuovo mestiere.
Ed è proprio l'improvvisazione il tema che più preoccupa ARCO: il proliferare di corsi di formazione per revisori condominiali per la durata di pochissime ore, tenuti spesso da docenti con nessuna specifica esperienza in materia e completamente avulsi dal mondo condominiale, è il segnale del tipico atteggiamento italiano di speculazione e approssimazione rispetto alla novità di legge.
Il revisore della contabilità condominiale deve necessariamente essere un professionista munito di una cultura giuridica di ampio respiro, di specifiche competenze contabili e fiscali in ragione della peculiare natura giuridica del condominio e avere approfondite conoscenze in materia di tecniche di indagine e di revisione.
Nelle mani del revisore si ripone la manipolazione della reputazione professionale e della onorabilità personale dell'amministratore che ha redatto quel bilancio. La delicatezza dell'incarico, dunque, non può lasciare spazio all'improvvisazione. E' un lusso che il comparto del condominio non può permettersi perché si aggiungerebbero danni su danni e di questo non se ne avverte il bisogno. E tutto questo trova maggiore importanza quando poi si arriva nelle aule di giustizia, sia civili che penali.
ARCO lancia un appello a tutela proprio degli amministratori: non si ripeta l'errore di improvvisare e posizionare sul mercato pseudoprofessionisti, proprio come si è troppo spesso fatto in passato con gli stessi amministratori.
Le associazioni di amministratori vigilino sulla coerenza dei corsi di formazione oggi presenti sul mercato e difendano i propri iscritti dall'oltraggio che potrebbero subire dal lavoro di verifica svolto da chi non sa nemmeno cosa sia il principio dell'indipendenza, come quello della responsabilità o dello scetticismo professionale.
Non si contribuisca ad ingrossare il numero delle liti condominiali pendenti nei tribunali, perché questo confermerebbe ancora una volta il fallimento delle professioni senz'albo nel nostro Paese.