Lavori & Tecnologie

Efficienza energetica e contabilizzazione. Nuove norme previste da giugno

Il nostro paese deve recepire la direttiva Ue e chiarire ancora alcuni aspetti. L’attuale emergenza potrebbe ritardare gli interventi previsti

di Giuseppe Mazzei


Novità in vista per la contabilizzazione del calore. Dal 25 ottobre 2020 i nuovi contatori e i ripartitori di calore che saranno installati devono essere leggibili da remoto e, dal 2027, devono avere questa caratteristica anche quelli già installati o in via di sostituzione. Lo prevede la Direttiva 2018/2002 che entro il 25 giugno deve essere recepita. Essa modifica la precedente Direttiva sull'efficienza energetica 2012/27 recepita col Dlgs 102/2014 modificato dal Dlgs 141/2016.

Le letture da remoto
Il Governo ha tempi stretti a causa del lockdown ma sarebbe grave se non introducesse alcune importanti modifiche allo schema su cui il Parlamento deve esprimere il parere.
Il Governo deve, innanzitutto, precisare cosa intende per lettura da remoto. Non possono essere considerate tali quelle che richiedono la presenza fisica di un letturista nei pressi del condominio (walk-by oppure drive -by). Infatti, dal gennaio 2022 le informazioni sui consumi dovranno essere fornite con frequenza mensile. I costi di un letturista che ogni mese materialmente deve andare in giro per condomini, diventerebbero improponibili per il consumatore finale.

Meglio quindi utilizzare i sistemi Amr (Automatic meter reading) che raccolgono i segnali provenienti dal gateway, installato nel condominio, e li trasmettono via internet o tramite altri mezzi di telecomunicazione, ai sistemi di dati del fornitore di servizi.

Per verificare se è stato rispettato l'obbligo della lettura da remoto si potrebbe inserire questa caratteristica nell'Ape. In questo modo si avrebbe, di fatto, un monitoraggio effettivo sulla diffusione della contabilizzazione. A tutt'oggi, purtroppo, le Regioni non hanno un quadro preciso di quanti siano gli impianti con contabilizzazione.

Amministratore responsabile condominiale per i consumi
In ogni condominio deve essere nominato un responsabile che deve fornire agli utenti finali le informazioni di fatturazione e consumo. Probabilmente sarà l'amministratore.
Importante novità riguarda le relazioni di non fattibilità tecnica e di inefficienza in termini di costi per la contabilizzazione. Non possono essere più lasciate all'arbitrio di singoli o alla mercè di avventurieri che hanno fatto dilagare il malcostume di relazioni approssimative o palesemente fuori dalla realtà. La Direttiva esige che vengano definiti in maniera chiara e pubblica i criteri generali, le metodologie e/o le procedure di questi accertamenti.

Le spese di riscaldamento
Sempre in nome della chiarezza la Direttiva chiede che le norme nazionali per la ripartizione dei costi di riscaldamento siano trasparenti e accessibili al pubblico. In Italia, come è noto, la norma tecnica di riferimento è la UNI10200, un volume di circa 90 pagine pieno di formule complicate e di difficile interpretazione perfino per gli addetti ai lavori. Alla luce dell'esigenza di chiarezza e accessibilità ,chiesta dalla Direttiva, si potrebbe, forse finalmente fare a meno di ricorrere alla UNI 10200 . Anche perchè la Commissione europea, nelle Raccomandazioni sull'implementazione della Direttiva, auspica che le norme sulla ripartizione dei costi non siano eccessivamente dettagliate ma lascino alle assemblee di condominio una certa flessibilità.

I problemi derivanti dalla norma di riferimento
Le Raccomandazioni spiegano che la ripartizione non si può effettuare in base ai reali consumi effettivi, perchè i singoli appartamenti di un condominio non sono termicamente indipendenti e ci sono dei consumi (trasmissioni interne di calore tra le unità immobiliari, dispersioni e altro) che non dipendono dalla volontà del singolo.

Quindi, sarebbe buona prassi basare solo una parte della fatturazione sui consumi individuali e ripartire i restanti costi in base ad altri fattori, come la superficie coperta o il volume riscaldato. Una soluzione ragionevole sarebbe quella di fissare una quota tra il 30 e il 50% per i consumi involontari, percentuali usate dalla maggior parte dei paesi Ue. La Commissione spiega che la parte di fatturazione legata ai consumi effettivi, anche se deve essere significativa per incentivare l'utente al risparmio energetico, non deve però essere poi troppo elevata in quanto occorre anche considerare l'aspetto sociale di un riscaldamento centralizzato.

La creazione di squilibri
Inoltre, utilizzando i millesimi di fabbisogno previsti dalla UNI10200, si creano forti squilibri e ingiustizie tra le utenze con differenti ubicazioni (esempio ultimi piani) in merito alla suddivisione della quota fissa. Questo impedisce di ottenere la maggioranza necessaria in assembla per decidere quali interventi eseguire nel condominio per migliorare l'efficienza energetica.

Si creano così conflitti di interessi (split incentives) tra gli occupanti, vietati dalla Direttiva del 2012: è il motivo per cui da un anno l'Italia è sotto procedura di infrazione. Eliminando il riferimento alla UNI 10200, si risolverebbero i problemi alla base dei rimproveri dell'Europa al nostro Paese.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©