Lavori & Tecnologie

Costruzioni, il rilancio passa anche da sicurezza ed efficienza energetica dei condomìni

L'Opinione di ... Ferruccio Villa, responsabile Unità Qualità Misura e Innovazione Infrastrutture Elettriche di ARERA

a cura di Andrea Picardi - Il Consulente Immobiliare

Un contributo per promuovere il rinnovo dei vecchi impianti elettrici interni ai condomìni, per migliorarne la sicurezza e l'efficienza. Lo ha previsto ARERA – l'Autorità per l'energia e l'ambiente – che ha approvato le nuove regole sperimentali per incentivare il rinnovo delle cosiddette colonne montanti vetuste negli edifici condominiali più datati. La previsione è contenuta nella delibera numero 467 del 2019 che adesso è stata inserita nel Testo integrato della qualità dei servizi elettrici per il periodo 2020-2023.
"Una regolamentazione sperimentale in vigore dal primo gennaio scorso al 31 dicembre del 2022", ha ricordato in questa conversazione con il Consulente Immobiliare Ferruccio Villa, il responsabile dell'Unità Qualità Misura e Innovazione Infrastrutture Elettriche dell'Authority oggi guidata da Stefano Besseghini. Sul tema è stato anche organizzato un seminario a Milano , martedì 18 febbraio, (ore 10:30 - 13:30) presso l'Aula Maggiore del Centro Congressi Fast in piazzale Morandi 2.

Il provvedimento, la cui gestazione è stata complessa e lunga quasi quattro anni, ha più di un merito, visto che da un lato mira a rendere più sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico i nostri edifici – grazie alla possibilità di ottenere un rimborso economico che può anche essere rilevante – e dall'altro si pone pure la finalità di sostenere la ripartenza del settore dell'edilizia.

D'altronde, saranno proprie le aziende di costruzioni a dover effettuare i lavori una volta che l'impresa distributrice dell'energia e i condomìni si saranno accordati sull'intervento da effettuare. "L'ammodernamento previsto dalla delibera comprende il rinnovo delle opere elettriche e i lavori edili, anche di ripristino, come le opere murarie o i cavidotti esterni al muro", ha subito ricordato a questo proposito Villa, che ha poi sottolineato quale sia l'obiettivo principale perseguito dalla misura: "Verificare l'efficacia e l'efficienza del coinvolgimento dei condomìni nell'effettuazione dei lavori di ammodernamento delle colonne montanti".

Ma cosa è una colonna montante? La delibera ARERA la definisce come "la linea di sviluppo prevalentemente verticale facente parte di una rete di distribuzione di energia elettrica che attraversa parti condominiali al fine di raggiungere i punti di connessione, in stabili con misuratori di energia elettrica non collocati in vani centralizzati".

"Cavi elettrici di proprietà della società di distribuzione", ha sintetizzato Villa, che poi è entrato nel dettaglio: "Prendiamo il caso di un cavo in bassa tensione che deve alimentare tutto il condominio: entra da una parte perimetrale – per esempio dal giardino – e arriva al sottoscala da cui partono poi tante diramazioni quanti sono gli appartamenti. In sostanza, una rete di distribuzione che si sviluppa all'interno del condominio e che serve per portare la corrente alle abitazioni, dove si trovano i contatori. Ossia negli appartamenti oppure al piano".

Discorso diverso se i contatori sono posizionati nel sottoscala in un vano centralizzato: in questa ipotesi non si parla più di colonna montante visto che la rete è di proprietà del condominio o degli utenti.

Il meccanismo previsto dalla delibera – che persegue anche un obiettivo di partecipazione e sensibilizzazione degli amministratori di condominio sul tema – prevede che i distributori facciano innanzitutto un censimento dei condomìni da loro serviti per andare a vedere dove operare.

In questo senso è lo stesso provvedimento a introdurre una discriminante nel senso che l'intervento, con relativo contributo, potrà riguardare le colonne montanti dei condomìni realizzati prima del 1970 oppure costruite tra il 1970 e il 1985 che però, ad avviso del distributore, potrebbero essere critiche: "Dopo il 1985 non dovrebbero esserci più condomìni con le colonne montanti ma con i quadri centralizzati. I contatori in questi casi sono ubicati in un locale o in nicchie apposite come prevede un provvedimento varato in quell'epoca (CIP 42/1986)".

In base a questo censimento effettuato dall'impresa distributrice, vengono individuati i condomìni candidabili e avviati i rapporti con un'informativa, con la quale viene spiegato perché deve essere fatto l'ammodernamento e come eventualmente procedere: "L'occasione giusta per consigliare, per esempio, agli utenti che si può sfruttare questa finestra per centralizzare i contatori".

Il contributo viene erogato se i lavori edili vengono svolti direttamente dal condominio e vanno da 400 a 600 euro per piano e da 700 a 900 per appartamento. Gli importi però aumentano – fino a un massimo di 1.200 euro per abitazione coinvolta e di 900 per ogni piano – se, in occasione dei lavori sulla colonna montante, il condominio decide anche di centralizzare tutti i contatori in un unico vano.

"In tal caso il contributo è maggiore perché vengono effettuati anche i lavori di posa dei nuovi collegamenti elettrici tra i contatori centralizzati e gli appartamenti, collegamenti che resteranno di proprietà del condominio", ha osservato Villa. Che poi ha proseguito: "Si aggiungono poi 100 euro al metro – fino ad un massimo di 1500 euro – per l'eventuale parte di cavo destinata a collegare la colonna montante con il confine di proprietà".

Una volta rinforzata e resa più sicura la rete elettrica, per i condomini dovrà essere possibile attivare anche potenze contrattuali fino a 6 kW: "L'obiettivo dell'Autorità è quello di facilitare l'accordo tra gli amministratori di condominio e i distributori di energia elettrica per rinnovare le colonne montanti più vecchie, mantenendo in sicurezza gli edifici e predisponendole alle eventuali richieste di aumento di potenza".

Un'esigenza derivante dal crescente ricorso registrato negli anni a nuovi apparati di riscaldamento e condizionamento elettrico o per cucinare, come le piastre a induzione. Un provvedimento particolarmente importante per quei condomìni con vecchi impianti elettrici che stanno valutando ristrutturazioni o la centralizzazione dei contatori, considerando che il rimborso varierà anche in funzione del livello di pregio delle finiture dell'immobile: "Le imprese dovranno definire entro il 30 giugno 2020, una versione sperimentale di contratto-tipo. Al condominio – che dovrà conservare la documentazione su costi eventualmente sostenuti – saranno riconosciuti i dovuti rimborsi, erogati direttamente dal distributore".

La speranza è che in molti possano aderire perché ne va della sicurezza e dell'efficienza energetica degli edifici in cui viviamo. E perché questa misura può dare un contributo al prodotto interno lordo del Paese e al miglioramento della situazione di estrema difficoltà in cui ancora versano le imprese del settore delle costruzioni in Italia.

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