Lavori & Tecnologie

Indagine Legambiente: condòmini poco attenti a classe e risparmio energetico

di Fiorella Barile

Case colabrodo che disperdono calore d'inverno e si surriscaldano d'estate, energivore, ovvero divoratrici di energia, costruite soprattutto nel dopoguerra, ma anche cittadini spesso poco attenti e informati sulla certificazione energetica dell'immobile o distratti nel momento in cui acquistano un elettrodomestico.
È il quadro che emerge da “Civico 5.0” la campagna nazionale di studio e informazione di Legambiente per un nuovo modo di vivere il condominio presentata nei giorni scorsi a Roma nell'ex mattatoio nel corso dell'incontro “Come accelerare la riqualificazione energetica dei condomini”.
Nel 2018 Legambiente ha monitorato 22 realtà abitative in città come: Bagheria, Napoli, Potenza, Foggia, Grosseto, Savona, Vercelli, Modena, Rovigo, Trieste, Trento, Ancona, coinvolto 36 famiglie con figli, giovani coppie senza figli e anziani in 12 regioni italiane.
La maggioranza dei condomini monitorati è stata costruita negli anni ‘70 e si trova in zona climatica E. Da questo monitoraggio emerge che il 56% delle famiglie intervistate non conosce la certificazione energetica del proprio immobile, il 39% degli edifici sono in classe G (la peggiore) e solo il 6% in classe A. Stando agli ultimi dati, sono 1,2 milioni i condomini presenti in Italia dove vivono circa 14 milioni di famiglie. Di questi almeno 740mila (16%) necessitano di un'ampia riqualificazione energetica, perché costruiti nel dopoguerra con materiali e tecniche che avevano scarsa attenzione all'efficienza dei sistemi di riscaldamento; mentre l'82% sono stati costruiti prima dell'entrata in vigore della legge 10/91 sull'efficienza energetica in edilizia.
Il sistema di distribuzione del calore più diffuso nei condomini monitorati è quello centralizzato. Quasi il 60% delle abitazioni è risultato sprovvisto di termostato ambiente, il 42% non ha installate valvole termostatiche, i sistemi di contabilizzazione del calore (ripartitori) sono presenti solo nel 53% delle abitazioni. La caldaia a condensazione è usata da 6 famiglie (17%), pompe di calore da 5 famiglie (14%), e in un solo caso è usata una fonte rinnovabile (solare termico per produzione di ACS). 16 famiglie (44%) segnalano fenomeni di eccessivo caldo e/o freddo nell'abitazione. 12 famiglie (33,3%) eccessivo soleggiamento.
Sul bilancio energetico delle 36 famiglie monitorate circa i due terzi (64,2%) vanno per la spesa termica e circa un terzo (41,5%) per l'energia elettrica. In particolare, la spesa per l'energia elettrica incide per il 25% sul totale per 2 famiglie su 36, tra il 25 e il 35% per 8 famiglie, tra il 35 e il 45% per 9 famiglie e superiore al 45% per 7 famiglie.
La spesa media per il fabbisogno energetico totale è di circa 1.450 euro, con valori massimi e minimi rispettivamente di 2300 e 600 euro. Il costo medio per la fornitura elettrica si posiziona sui 500 euro/anno, con estremi di spesa di 250 e 1200 euro. A questo proposito Legambiente ha analizzato anche i consumi degli elettrodomestici maggiormente impiegati dalle famiglie italiane. Esclusi gli ‘scaldabagno' che per gli elevati consumi non fanno testo, gli altri per incidenza media sulla bolletta elettrica sono: i frigoriferi (31%), i forni e le lavatrici (15%), la climatizzazione estiva-invernale (13%).
Tirando le somme, quindi, dal monitoraggio emerge che i cittadini spesso risultano poco attenti e informati sulle caratteristiche della propria abitazione, come l'indicazione della certificazione energetica dell'immobile, o distratti nel momento in cui acquistano un elettrodomestico senza tener conto della classe energetica.
Cosa fare allora? La parola d'ordine è ristrutturare. Da un punto di vista economico si potrebbe produrre anche un incremento dei valori immobiliari, stimati da vari studi, in un range compreso tra il 5 e il 15%, per abitazioni ristrutturate con standard energetici e ambientali di questo tipo. Al 2030 questa operazione permetterebbe complessivamente una riduzione di 9,7 miliardi di euro di risparmi globali in bolletta per le famiglie, quasi 400 milioni di euro annui, con una media di circa 620 euro l'anno ad alloggio e 20,7 milioni di tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera pari a 840.000 tonnellate di CO2 all'anno e 10,3 miliardi di metri cubi di gas non consumati, circa 420 milioni di metri cubi di gas sempre all'anno.
Legambiente ribadisce quindi l'importanza di definire una regia nazionale per lo scenario della riqualificazione del patrimonio edilizio, legando gli incentivi al miglioramento delle prestazioni energetiche e antisismiche degli edifici oltre a garantire un sistema di controlli e sanzioni per chi consuma e non risparmia, sino arrivare al ‘libretto unico del fabbricato' per ogni edificio che resta ancora, purtroppo, una chimera.

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