Lavori & Tecnologie

Contabilizzatori, nuova norma Uni 10200 con i correttivi per le seconde case

di Edoardo Riccio

Ripartizione delle spese del riscaldamento per le “seconde case” e per la “climatizzazione estiva”. Sono queste due tra le tante novità della nuova norma UNI 10200, la cui «consultazione pubblica» è terminata il 31 maggio.
La norma è richiamata dal D. Lgs. 102/2014 articolo 9 comma 5 lettera d) e il ricorso alla stessa, in materia di climatizzazione (invernale ed estiva) e acqua calda sanitaria, è obbligatorio fatto salvo il caso in cui vi siano differenze di fabbisogno termico superiore al 50% tra le unità immobiliari costituenti il condomino.
La 10200 per la seconda volta è stata in inchiesta pubblica e, in assenza di significative osservazioni da parte degli operatori del settore, presto dovrebbe essere pubblicata la nuova versione (attualmente è in vigore quella del 2015).
Per quanto riguarda la climatizzazione estiva, l'integrazione della norma si è resa necessaria in quanto, nelle versioni precedenti, non erano previsti i criteri di calcolo ai fini della ripartizione delle spese.
Il CTI (Ente federato all'UNI ed incaricato per le modifiche alla 10200), tra le altre novità, ha introdotto criteri di calcolo ai fini della ripartizione delle spese per la climatizzazione negli “edifici ad utilizzazione discontinua o saltuaria” (le così dette “seconde case”).
Problemi applicativi della norma si erano infatti posti nei palazzi situati in zone turistiche nei quali molti appartamenti restano vuoti per lunghi periodi dell'anno. L'utilizzo degli stessi, poi, è ridotto a periodi molto brevi (weekend, festività, settimane bianche ecc.). Altro caso cui la definizione può fare riferimento è quello degli edifici di recente costruzione nei quali non tutti gli appartamenti sono ancora stati venduti.
Qualora, in queste realtà, l'impianto di distribuzione del calore sia ad anello (o orizzontale) ed il prelievo del calore venga calcolato con i sotto-contatori, il problema non si pone in quanto gli strumenti sono in grado di calcolare il consumo effettivo.
Diverso il caso degli impianti a distribuzione verticale con l'adozione dei ripartitori. In questi casi le dispersioni di calore dalle tubazioni comuni vengono calcolate considerando l'uso standard (tutti gli appartamenti riscaldati). Il costo per le poche unità riscaldate rischiava di non essere rispettoso dei consumi effettivi. La soluzione dei problemi è consistita nell'introduzione di un coefficiente di uso che consente di calcolare i consumi di calore effettivi tenendo in considerazione l'uso degli appartamenti. La ripartizione viene così adeguata all'utilizzo non standard dell'edificio.

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