Lavori & Tecnologie

Nella «manovrina» incentivi al risparmio energetico scollegati dal finanziamento

di Virginio Trivella (Coordinatore Comitato scientifico Rete Irene)

Chi dalla Manovrina di primavera si attendeva, finalmente, la soluzione dell'annoso problema del finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica e sismica degli immobili non potrà che sentirsi profondamente deluso dal provvedimento che, dopo un paio di settimane di travaglio e di voci sulle novità imminenti, si è rivelato un nulla di fatto.
Niente di nuovo, dunque, nonostante le parole spese dal viceministro all'economia Enrico Morando durante un convegno organizzato il 9 marzo scorso al Senato. Gli incentivi restano del tutto scollegati dai meccanismi di finanziamento e, di conseguenza, sembra ancora preclusa la possibilità che essi possano svolgere una potente funzione di stimolo a favore dello sviluppo, dell'occupazione, della tutela dell'ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili.
Gli operatori a contatto con il mercato e le categorie professionali coinvolte vivono quotidianamente le difficoltà che devono essere affrontate da chi promuove l'efficienza energetica. Basterebbero poche e mirate modifiche alle norme che regolano gli incentivi per attivare una domanda che oggi è solo potenziale, largamente inconsapevole e ben lontana dalla maturità. Le proposte ci sono e la loro adozione non comporterebbe particolari difficoltà e consentirebbe di affrontare in modo efficace un'esigenza che non sembra né saggio né utile rinviare.
A giudicare dalla Manovrina, non pare che il Governo abbia prestato molta attenzione a questa esigenza. Si deve auspicare che, nel corso dell'iter di conversione in legge del decreto, il Parlamento sappia focalizzarsi meglio sulle opportunità che possono derivare da un vasto piano di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale.

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