Lavori & Tecnologie

Le riqualificazioni devono essere «sostenibili» 

di Virginio Trivella

La Città Metropolitana di Milano ha pubblicato il Piano Strategico Metropolitano, strutturato lungo sei strategie, una delle quali è dedicata a come rendere l'area metropolitana “Intelligente e sostenibile”.
Nello specifico, all'efficienza energetica è dedicato il punto 4, le cui riflessioni traggono origine dall'obbligo di ridurre, entro il 2030, le emissioni di CO2 del 40%. Questo risultato può essere raggiunto, come ricorda il documento, attraverso una serie di driver, tra i quali si ricorda il contributo decisivo della riqualificazione edilizia.
Gli edifici, in effetti, risultano i principali responsabili delle emissioni climalteranti e sono il settore con il maggiore potenziale di intervento.
Esiste però un divario immane, dell'ordine di 10 a 1, tra questo obiettivo e le azioni che si attivano spontaneamente. La riduzione di CO2 indicata implica un cambio di passo epocale rispetto alla quantità e qualità degli interventi di riqualificazione energetica che oggi sono posti in essere.
Rispetto alle previsioni, si assiste a una latitanza drammatica della domanda.
A questa situazione deve essere posto rimedio; di seguito aggiungiamo ulteriori elementi utili a comprendere l'opportunità di intervenire in tal senso.
E' noto che le riqualificazioni energetiche degli edifici permettono la riduzione della bolletta delle famiglie e la diminuzione delle emissioni climalteranti.
In realtà, diversi studi internazionali riconoscono che le riqualificazioni “profonde” degli edifici generano una pluralità di benefici ambientali, economici, sociali:
•diminuzione delle emissioni climalteranti
•diminuzione delle emissioni inquinanti locali
•drastico calo della spesa sanitaria
•miglior comfort indoor ed aumento della produttività
•lotta alla fuel poverty
•aumento del potere di acquisto delle famiglie
•aumento dei posti di lavoro
•crescita economica locale
•minori spese nella gestione degli edifici pubblici
•aumento del valore degli immobili
Il valore di questi benefici è pari a 5 volte il costo degli interventi che li generano.
Di fronte a questi dati, dovremmo chiederci perché il nostro sistema economico continua a sopportare elevati costi derivanti dalla mancata diffusione delle riqualificazioni profonde.
Infatti, purtroppo, questi interventi sono raramente realizzati perchè sono costosi.
Una riqualificazione profonda è più complessa di una semplice riqualificazione; queste ultime, molto spesso, si esauriscono nella sostituzione di singoli elementi tecnologici dell'edificio, mentre le riqualificazioni profonde coinvolgono, in modo integrato, diversi elementi dell'edificio, non solo tecnologici, ma anche edilizi, in modo da abbattere stabilmente i consumi di energia.
Questa situazione non è risolta nemmeno dai generosi incentivi statali [meno del 2% di tutte le richieste di detrazioni fiscali a valere sull'ecobonus riguardano interventi integrati o che comunque interessano pareti esterne o copertura] a causa di una serie di barriere non risolte da questi ultimi.
L'efficienza energetica non viene percepita come un valore economico e non bastano gli incentivi a creare una domanda che, semplicemente, non c'è.
E' allora auspicabile che l'amministrazione locale si faccia promotrice di interventi atti a migliorare la presente situazione.
Le amministrazioni locali possono infatti assumere un ruolo strategico nella promozione della riqualificazione energetica degli edifici sia direttamente, negli indirizzi dati alle attività di gestione del proprio patrimonio costruito, che indirettamente, agendo come facilitatore di generazione della domanda. Molteplici esperienze nelle principali città europee dimostrano l'efficacia di queste politiche incentivanti, tanto che alcune di esse hanno direttamente contribuito a modificare leggi nazionali, il cui contenuto contrastava la diffusione delle riqualificazioni energetiche profonde.
Esiste un ulteriore motivo che giustifica la necessità di riqualificare gli edifici in modo profondo.
E' noto che i cittadini europei trascorrono più del 90% del proprio tempo all'interno di edifici; in questo modo, gli edifici devono soddisfare una pluralità di bisogni legati all'abitare, per le generazioni presenti e per quelle future (in altri termini, devono essere sostenibili).
Gli edifici attuali, però, molto spesso non soddisfano nemmeno le basilari esigenze delle generazioni presenti; ad esempio, presentano barriere architettoniche, non forniscono la necessaria protezione dal freddo (a causa di isolamento inefficiente ed impianti di riscaldamento inadeguati), nè dal rumore (a causa di involucri esterni non performanti).
Questa situazione può essere risolta solo grazie all'aumento, in numero ed in profondità, delle riqualificazioni degli edifici; queste infatti:
•devono ridurre stabilmente il consumo energetico a meno della metà rispetto alla condizione attuale;
•devono cogliere l'occasione della riqualificazione energetica per migliorare il livello di sostenibilità dell'edificio, in modo che questo soddisfi i bisogni connessi all'abitare delle generazioni presenti e future.
In mancanza del riconoscimento dell'importanza di quanto sopra, le riqualificazioni energetiche degli edifici continueranno ad essere considerate solo come il più efficace metodo per rispettare gli obblighi comunitari di lotta ai cambiamenti climatici.
In realtà, le riqualificazioni degli edifici, se profonde, possono diventare la carta vincente per il rilancio dell'area metropolitana, non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto dal punto di vista sociale ed economico.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©