Lavori & Tecnologie

Sulla «scala» usata nei contabilizzatori occorre una riflessione tecnica

di Roberto Colombo

Sulla questione dei contabilizzatori occorre, ancora una volta, fare un po' di chiarezza in relazione alla norma Uni 10200. Va infatti ricordato che la tanto pubblicizzata “scala unitaria” comporta che i numeri degli scatti letti sul display non siano proporzionali all'effettivo consumo: come posso soppesare 10 scatti registrati su un piccolo radiatore composto da tre elementi con 10 scatti registrati da un radiatore di 12 elementi installato in un altro locale?
Questa teoria, portata avanti solo da due importanti aziende tedesche che operano nel settore qui in Italia, sostiene che sia sufficiente fornire un coefficiente K all'utente affinché egli possa calcolarsi il proprio consumo. Ne siamo davvero sicuri? E' davvero così semplice? Ma perché allora tutti i professionisti termotecnici che fanno parte della Commissione Tecnica del CTI (proprio tutti!) sono contrari a questo approccio? Parliamo di progettisti che da decenni lavorano quotidianamente su questi impianti, non di aziende concorrenti che potrebbero avere altri interessi.
Il punto vero è che la scala unitaria è un vantaggio solo per le aziende che installano... Se si evita la procedura di programmazione dei ripartitori, l'installazione risulta semplificata e più breve di circa 3 minuti per ogni calorifero. Dato che in una giornata un tecnico specializzato installa circa 60 ripartitori, si comprenderà come risparmiare tre minuti per ogni radiatore consente di essere molto più produttivi, a scapito però della trasparenza per l'utente.
Tale trasparenza (obiettivo primario proprio della Direttiva Europea n. 27/2012) non può essere recuperata fornendo in un secondo momento il fantomatico fattore K all'utente, per i seguenti motivi:
1. I fattori K in realtà sono 3: Kq, Kc, Kt. La questione è quindi complessa.
2. Chiedere agli utenti, di qualsiasi formazione ed estrazione, di applicare delle formule matematiche per calcolare il consumo di ogni singolo radiatore non va certo nella direzione della tanto agognata trasparenza. Siamo sicuri che, per fare un esempio banale, tutti i pensionati italiani, di qualsiasi età, possano agevolmente leggere gli scatti sul display del ripartitore e applicare i fattori K per calcolarsi i consumi individuali? Dato che tutti i ripartitori, anche quelli tedeschi, sono costruiti per consentire la programmazione sul campo da parte del tecnico, per quale motivo si vuole per forza sostenere che sia meglio non farlo?

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