Lavori & Tecnologie

Norme antisismiche, per i produttori la partenza è graduale

di Giuseppe Latour

Corsia veloce per alcune tipologie di acciaio. Tempi più lenti in altri casi, come per il legno strutturale. E, ancora, nuovi adempimenti per i professionisti che lavorano sia nel pubblico che nel privato. Dopo l’entrata in vigore del 22 marzo scorso, arrivano in questi giorni le prime indicazioni pratiche sulla partenza delle nuove Norme tecniche per le costruzioni (Dm 17 gennaio 2018 del ministero delle Infrastrutture).

Un documento del Consiglio superiore dei lavori pubblici, l’organo tecnico consultivo del Mit, fa il punto sull’entrata in vigore con la nota 3187/2018. Le nuove regole potranno essere applicate «indipendentemente dall’emanazione della relativa circolare riportante le istruzioni applicative». In altre parole, il Mit emanerà nei prossimi mesi un documento esplicativo che, però, non terrà congelato tutto il sistema, come temevano imprese e professionisti. In attesa di quel testo, si potrà partire da subito, seguendo le indicazioni della vecchia circolare, «quando non in contrasto con quanto riportato nel nuovo Dm».

L’impatto più immediato ci sarà per le aziende attive nel settore dei materiali che, in qualche caso, dovranno adeguare la qualificazione dei loro prodotti. Accadrà, ad esempio, nel caso dell’acciaio destinato al calcestruzzo armato precompresso: dal momento che le nuove Ntc hanno introdotto requisiti non previsti in passato, servirà un adeguamento della qualificazione. Entro tre mesi andrà inviata una richiesta di aggiornamento. Negli altri casi vale una regola generale: al primo rinnovo, secondo i tempi ordinari, saranno emessi attestati allineati alle nuove norme. Succederà per gli elementi prefabbricati o per il legno strutturale. I fabbricanti, comunque, hanno l’obbligo di allinearsi da subito alle previsioni delle Ntc nelle proprie procedure.

Accanto a questo, c’è da considerare il piano dei professionisti. Anche per loro l’applicazione delle nuove regole sarà progressiva. Come spiegato dal Consiglio nazionale degli ingegneri in una circolare (206/2018), per i lavori privati «la discriminante tra vecchio e nuovo regime» può essere individuata «nell’avere avviato il procedimento amministrativo specifico previsto dal Dpr 380/2001 per le opere strutturali». Quindi, chi ha chiesto l’autorizzazione prima del 22 marzo potrà applicare la vecchia norma.

Per le opere pubbliche, invece, tutti i progetti preliminari, anche se già approvati sotto le vecchie Ntc, dovranno essere riesaminati e rifatti da capo, utilizzando le nuove regole tecniche.

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