Lavori & Tecnologie

Il ritorno di calce e intonaci naturali

di Maria Chiara Voci

Più che in altri settori dell’edilizia, è un vero e proprio ritorno alla tradizione. Gli intonaci naturali (in primis la calce) si scoprono protagonisti in Italia, non solo in costruzioni e riqualificazioni di nicchia (per case concepite secondo stringenti canoni di bioedilizia), ma anche nei nuovi edifici dove più in generale c’è attenzione al risparmio energetico e, soprattutto, alla qualità dei materiali, per garantire comfort e salubrità. I casi si moltiplicano, che si tratti di recuperi di palazzi d’epoca, come Casa Bussi a Trieste; o di nuove costruzioni, come il condominio – multipiano e contemporaneo – realizzato a Bisceglie da Equilibrium in calce e canapa. Fino allo storico Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, in corso Venezia a Milano, che su un progetto sviluppato dallo studio di Mario Cucinella ospiterà da fine 2018 la collezione etrusca della famiglia Rovati e dove la calce naturale è stata impiegata sotto l’intonaco per la protezione delle murature.

In genere, il connubio è con materiali naturali: la calce è protagonista in fabbricati che hanno struttura portante in legno o in laterizio, isolati con fibra di legno, canapa e sughero. Ma non solo. Perché un intonaco naturale (invece di un composto cementizio o di un polimero) può essere impiegato anche per la ristrutturazione condominiale. A patto di effettuare, prima, una stratigrafia per conoscere cosa si ha davanti. Il vantaggio può essere su più fronti. La calce (usata per interni ed esterni e anche come base per la produzione di malte, pitture e stucchi) permette la traspirazione dei muri e contrasta la formazione di muffe. È un materiale durevole, che si può produrre a chilometri zero (in passato, veniva prodotta in cantiere) e che ha spiccate caratteristiche antibatteriche. Associata, negli interni, alla terra cruda permette di ottenere colorazioni naturali e ha eccellenti caratteristiche di termoregolazione, sia per la capacità di immagazzinare vapore che per quella di rilasciare il calore accumulato.

Per chi si avvicina al settore, il panorama è ampio. A partire proprio dalla calce, a seconda della materia prima impiegata, del grado di stagionatura o dell’uso associato con aggregati come la pozzolana o il cocciopesto (polvere ottenuta da coppi e laterizi frantumati), si arriva a un prodotto finale dalle prestazioni diverse. «In Italia – racconta Ernesto Tambroni Armaroli, architetto ed esperto del settore – storicamente la calce naturale utilizzata è quella aerea bianca, che si ottiene attraverso la cottura, a una temperatura massima di 900/1100 gradi, di ciottoli di fiume o materiali di cava in forni dalla caratteristica forma di tino e alimentati a legna. Come un albero la calce assorbe Co2 e produce ossigeno sotto forma di acqua».

Sempre più diffusa (e di moda, anche in Italia) è, anche la tecnica tadelakt, metodo di intonacatura marocchina, che impiega una calce idraulica o aerea reidratata ed era utilizzata nell’antichità per impermeabilizzare le cisterne per la conservazione dell’acqua potabile e nei rivestimenti di ambienti umidi, come gli hammam e le fontane. La calce, impastata con acqua senza altra aggiunta, viene applicata in un solo strato e successivamente schiacciata, levigata con pietre e lucidata con l'ausilio di sapone nero.

Per scegliere il prodotto giusto è bene affidarsi a un esperto. In commercio si possono comprare dei “premiscelati” (ovvero dei composti già pronti, che occorre o meno integrare con acqua) e la scelta, a livello di marchi commerciali, è ampia: dalla Rofix alla Harpo Sandtex, dalla Calchera San Giorgio, da Fassa Bortolo a Grigolin. Più che in altri settori, esiste però anche un’ampia gamma di produzioni artigianali di alto pregio, che garantiscono alte performance. Un criterio per compiere la giusta scelta, può essere quello di consultare il registro dei materiali certificati Icea. Dal punto di vista economico, è da considerare l’investimento aggiuntivo. Si va da pochi euro (20-22 euro al mq il costo di un intonaco pronto premiscelato per interni in calce idraulica naturale contro i 18-20 di un analogo prodotto a base di cemento) fino a una spesa che può crescere anche del 30% sull’alta gamma o per il tadelakt.

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