Fisco

Costruzioni, Fillea-Legambiente: per il dopo Covid ripartire dall’ecobonus

Mix di semplificazioni e incentivi per intercettare 1,2 milioni di condomìni italiani e far ripartire l'edilizia

di Massimo Frontera - Edilizia e Territorio


Prolugare gli ecobonus almeno fino al 2025, aumentandone l'appeal fiscale e incorporando anche gli interventi sulle singole unità immobiliari e semplificando l'integrazione di interventi strutturali e di efficientamento; consentire la cessione del credito a tutti gli incapienti coinvolgendo banche e Comuni in operazioni mirate di sostituzione edilizia; incentivare l'accesso al credito da parte di imprese, famiglie e condomini, coinvolgendo Cdp e Bei; subordinare il bonus all'utilizzo di manodopera con regolare contratto dell'edilizia.
Sono queste, in sintesi, le proposte messe a punto da Legambiente e dalla Fillea-Cgil, principale organizzazione sindacale del settore edilizia. Traguardando l'uscita dall'emergenza Covid, le due organizzazioni hanno elaborato una proposta comune per accelerare la ripresa dei cantieri puntando sul traino dell'edilizia privata diffusa per il rinnovo del patrimonio edilizio italiano. Agendo sulle leve della semplificazione e degli incentivi, secondo i proponenti, si potrebbe intervenire più facilmente su una platea di «circa 1,2 milioni i condomini in Italia, in cui vivono circa 14 milioni di famiglie, di cui almeno 740 mila necessitano di una profonda riqualificazione perchè costruiti nel dopoguerra con materiali e tecniche che non avevano nessuna attenzione all'efficienza energetica».
«La spinta nella direzione dell'efficienza energetica - spiegano le associazioni - ha anche un importante obiettivo sociale, perché la spesa per il riscaldamento delle abitazioni è la voce principale delle bollette energetiche delle famiglie (e varia tra 800 e 1500 euro all'anno di media) con circa 2 milioni di famiglie che vivono in una condizione di povertà energetica con difficoltà a pagare la bolletta del riscaldamento.
Dopo alcuni anni di applicazione è arrivato il momento di fare una analisi dei provvedimenti, per capire limiti e per intervenire in modo da migliorarne l'efficacia e soprattutto aumentare il numero di cantieri aperti».
Fillea e Legaambiente ricordano che la cessione del credito, introdotta nel 2018, ha dovuto attendere i chiarimenti delle Entrate e, comunque cessa nel 2021. Inoltre, l'interesse dei condomìni è stato attratto quest'anno dal nuovo incentivo, appena arrivato e più vantaggioso, costituito dal bonus facciate. A questo si aggiunga che con l'ultima legge di bilancio è stato limitato il meccanismo dello sconto in fattura, introdotto nel 2019, agli interventi con spesa superiore ai 200mila euro.
Se ne ricava, che «la detrazione fiscale nei condomini appare sproporzionata rispetto ai risultati che l'intervento produce in termini di riduzione dei consumi energetici e quindi di vantaggi per le famiglie e l'ambiente» e inoltre «nel caso di interventi sui singoli alloggi l'ecobonus non premia gli interventi integrati, ossia quelli capaci di produrre una riduzione dei fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento». Lo dicono anche i numeri: «sono stati infatti fino ad oggi circa 2.700 gli interventi di riqualificazione globale, a fronte di milioni di interventi di sostituzione di singole componenti (serramenti, tecnologie di efficienza energetica, ecc.) quando l'obiettivo dovrebbe essere di aiutare le famiglie a capire quali sono gli interventi complessivamente più efficaci di riduzione della spesa energetica». Da queste premesse arrivano dunque le proposte delle due associazioni.

Il documento integrale della proposta (con stime e proiezioni)

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