Modifiche in vista per chi «anticipa» l’incentivo
Per le detrazioni di riqualificazione energetica (ecobonus) e messa in sicurezza antisismica (sismabonus), in alternativa alla cessione del credito, dal 1° maggio scorso i contribuenti possono fruire di uno sconto pari all’importo detraibile, anticipato dall’impresa che esegue i lavori.
L’impresa può poi recuperare lo sconto con un credito d’imposta: utilizzabile in compensazione con le imposte e i contributi dovuti o cedibile ai fornitori, (anche indiretti) di beni e servizi (esclusi banche, intermediari finanziari e amministrazioni pubbliche).
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha più volte segnalato i possibili effetti distorsivi del meccanismo: la possibilità di compensare grandi quantità di crediti fiscali crea un vantaggio competitivo a favore delle imprese di maggiori dimensioni, che hanno più liquidità e più capienza fiscale rispetto alle piccole.
Per evitare che la norma (articolo 10 del decreto crescita, Dl 34/2019) spazzi via i piccoli artigiani, alcune associazioni di categoria ne chiedono la cancellazione, altre solo dei correttivi (ad esempio, circoscrivere il meccanismo agli interventi più costosi).
Lo sconto in fattura, dunque, agevola certo i contribuenti. Ma limita la loro libera scelta sul mercato: motivo per cui, nell’iter parlamentare della manovra, potranno arrivare delle modifiche, effettive dal 2020.
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