Fisco

La nuova Imu nasce con il bonus per imprese

di Saverio Fossati

Muore la Iuc, l’ircocervo nato dall’unione di Imu e Tasi (ma rimane la Tari), e rinasce la Imu che comprende la vecchia Tasi, considerata da tutti un’inutile duplicazione. In sostanza, si tratta di una riedizione del regime già vigente, con alcune varianti. Vediamo le principali:

1) tra le abitazioni esenti dall’imposta perché assimilate all’abitazione principale,è stato esplicitato il riferimento alla “casa familiare” rispetto alla vecchia definizione di “casa coniugale”. Stesso beneficio per il genitore assegnatario della casa familiare a seguito di provvedimento del giudice che costituisce il diritto di abitazione in capo al genitore affidatario dei figli. I Comuni potranno cancellare l’imposta sulle abitazioni principali sinora assoggettate, quelle iscritte nelle categorie catastali A1, A8 e A9;

2) l’aliquota di base è pari allo 0,86 per cento. I Comuni possono aumentarla sino allo 1,06 per cento mantenendo invariata la pressione fiscale, diminuirla fino all’azzeramento e diversificare le aliquote per le diverse tipologie in base a un futuro decreto Economia-Innovazione;

3) l’Imu sarà deducibile ai fini della determinazione del reddito di impresa e del reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni, però a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2021; per i periodi d’imposta 2020 e 2021 la deduzione spetta al 60% e per il 2019 al 50 per cento.

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