Fisco

Il bonus verde apre a fornitori diversi

di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste

Anche gli interventi su alberi secolari o di pregio possono avere il bonus verde, la detrazione Irpef del 36% introdotta per il 2018 dalla legge di Bilancio (articolo 1, commi 12-15, legge 205/2017). Lo chiarisce l’agenzia delle Entrate a margine dello Speciale Esperto risponde, con i quesiti pubblicati per la prima volta qui .

Le risposte del Fisco arrivano ormai nel pieno della stagione dei lavori e toccano diversi aspetti importanti del catalogo degli interventi agevolati.

Già in occasione di Telefisco 2018, le Entrate avevano precisato che la manutenzione ordinaria annuale dei giardini e delle aree verdi non consente di avere la detrazione (si veda Il Sole 24 Ore del 5 febbraio scorso). Ora però l’Agenzia fa un passo avanti e afferma che l’agevolazione spetta anche agli «interventi mirati al mantenimenti del buono stato vegetativo e alla difesa fitosanitaria di alberi secolari o di esemplari arborei di notevole pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale». Salvaguardati, questi ultimi, dalla legge 10/2013 e la cui conservazione è legata alla tutela del territorio.

Opere fisse sui balconi

Un chiarimento molto atteso è quello che riguarda balconi e terrazzi. Infatti, la legge incentiva espressamente la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi e coperture a verde. Ma cita anche la realizzazione di giardini pensili, senza fornire ulteriore dettagli.

Le Entrate avevano già escluso dal bonus le piante in vaso, a meno il loro acquisto non fosse compreso in un più generale intervento di «sistemazione a verde» di un intero giardino. È chiaro, quindi, che i semplici vasi da balcone non hanno lo sconto fiscale. Adesso, però, l’Agenzia indica le condizioni per avere il bonus su un giardino pensile: deve trattarsi, in particolare, della realizzazione di fioriere e l’allestimento a verde permanente di balconi e terrazzi, purché riferiti sempre a un intervento innovativo.

I fornitori

Nessuna apertura sui lavori eseguiti in economia dal contribuente che acquista i materiali e completa l’opera con il fai-da-te. Anche se tali interventi possono avere il bonus sui lavori edilizi, l’esclusione era già stata affermata a Telefisco 2018. Ciò che invece viene chiarito in questa occasione è che il proprietario può anche appoggiarsi a diversi fornitori. Ad esempio comprando le piante da un vivaista e facendo eseguire i lavori di riqualificazione dell’area verde da una o più imprese specializzate.

Il principio è che nel plafond di spesa massima (5mila euro per unità immobiliare abitativa) possono rientrare tutte le prestazioni necessarie alla realizzazione dell’intervento, comprese le spese di progettazione, menzionate dalla stessa legge di Bilancio 2018. Il Fisco però - e questo è il nuovo chiarimento - include nella nozione di «progettazione» anche i costi necessari per le indagini e le stime del sito, come ad esempio le valutazioni microclimatiche e ambientali o le analisi del terreno e della vegetazione eventualmente presente nell’area.

Un ultimo punto su cui si pronuncia l’Agenzia è la necessità (o meno) di inserire in fattura gli estremi normativi della legge di Bilancio. L’indicazione viene ritenuta superflua, fermo restando che la descrizione delle opere eseguite permetta di ricondurre la spesa sostenuta tra quelle agevolabili. Il dubbio era sorto tra le associazioni di categoria, probabilmente, perché per il pagamento non è richiesto il bonifico tracciabile tipico delle ristrutturazioni edilizie (in cui invece gli estremi normativi vanno inseriti), ma sono sufficienti bonifico ordinario, bancomat, carte di credito o assegni.

Pubblico e privato

In una delle risposte, le Entrate precisano incidentalmente che il bonus promuove sia la qualità ambientale delle aree urbane attraverso la «implementazione del verde sia pubblico che privato». In realtà, la legge parla di «aree private» e agevola le spese «sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi».

Tuttavia, declinare questi requisiti sul verde pubblico non pare facilissimo, a meno di includere - con un po’ di fantasia - quei casi in cui un condominio si fa carico della costruzione di un’aiuola sul suolo pubblico antistante.

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