Fisco

Ecobonus, via libera agli intermediari

di Saverio Fossati e Giuseppe Latour

Cessione del credito fiscale alle banche, primi tentativi. Come anticipato da «Il Sole 24 Ore» il 1° maggio, la circolare delle Entrate di ieri, n. 11/E del 18 maggio , fa il punto sulla complessa questione della cessione. Introdotta sin dal 2013, la possibilità di cedere il credito fiscale (dal 50% all’85% delle spese sostenute) per gli interventi di risparmio energetico e, successivamente, per quelli abbinati all’antisismica, serviva in origine a permettere agli «incapienti» (meno di 8mila euro di reddito lordo annuo) di sfruttare il bonus. La cessione, infatti, risolveva il problema dell’incapienza: chi ha pochi redditi ha poche tasse e quindi non può detrarre nulla. E il bonus si perde. Nel corso degli anni la cessione si è fatta sempre più ampia ed è stata estesa anche ai non incapienti.

Nel corso del tempo, però, è sempre rimasta viva una limitazione: quella del ricorso a banche e intermediari finanziari, riservato solo agli incapienti. E questo limite, come spiega la Ragioneria generale, è determinato dai possibili impatti negativi sui saldi di finanza pubblica

La normativa, pur escludendo gli intermediari finanziari, non individua esattamente quali sono i soggetti fuori dal perimetro dei cessionari. La circolare, allora, spiega che sono esclusi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari autorizzati dalla Banca d’Italia all’esercizio dell’attività di concessione di finanziamenti. Insieme a loro, sono fuori anche «tutte le società classificabili nel settore delle società finanziarie»: quindi, i Confidi con volume di attività superiore a 150 milioni di euro, le società fiduciarie, i servicer delle operazioni di cartolarizzazione.

Rientrano, invece, nel perimetro dei cessionari gli organismi associativi, compresi consorzi e società consortili, anche se partecipati da società finanziarie, ma con un limite: devono detenere una partecipazione che non sia maggioritaria o, comunque, non devono esercitare un controllo di diritto o di fatto sull’ente in questione.

È questo il cuore della circolare che, con questo meccanismo, attiva un mercato molto atteso per le banche. Apertura anche per le Esco, le società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, e le Società di servizi energetici accreditate presso il Gse.

L’altra novità importante riguarda la cedibilità dei crediti. Per l’Agenzia – che sul punto ha chiesto un parere alla Ragioneria generale dello Stato - la possibilità di trasferire i bonus in maniera illimitata «potrebbe determinare di fatto l’assimilazione a strumenti finanziari negoziabili, con il rischio di una riclassificazione degli stessi e conseguenti impatti negativi sui saldi di finanza pubblica». La conseguenza è che la cessione del credito «deve intendersi limitata ad una sola eventuale cessione successiva a quella originaria». Quindi, potranno esserci al massimo due passaggi.

Quanto alle regole, per i condomìni restano valide quelle già definite, che passano dall’assemblea di condominio e dalla comunicazione alle Entrate, da parte dell’amministratore, dei crediti ceduti. E le società energetiche si stanno muovendo rapidamente per occupare il mercato della riqualificazione energetica, ora che, dopo la circolare, possono consorziarsi con banche e intermediari.

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