Fisco

Per la «tassa piatta» sugli affitti imponibile a quota 13 miliardi

di Cristiano Dell’Oste

Per il sesto anno di fila, i dati delle Finanze fotografano un record della cedolare secca sugli affitti. Nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 (anno d’imposta 2016) la “tassa piatta” è stata scelta da poco più di 2 milioni di proprietari di case locate, + 14,9% rispetto all’anno precedente. Quasi identico il tasso di crescita dei canoni tassati con la cedolare, ora arrivati a 12,9 miliardi. Per il quadro dei contribuenti che hanno scelto la cedolare Regione per Regione cliccare qui .

Stretta tra il peso dell’Imu, la crisi del mercato immobiliare e l’aumento della morosità, la maggior parte dei locatori si è aggrappata alla sostitutiva sugli affitti (che, per l’appunto, rimpiazza l’Irpef e le sue addizionali comunale e regionale, oltre a imposta di registro e bollo). Ma dietro l’incremento della “tassa piatta” c’è anche - in parte - l’emersione di canoni in nero.

L’effetto emersione

L’anno scorso, il Rapporto sul contrasto all’evasione fiscale (allegato alla nota di aggiornamento del Def) aveva calcolato in circa un miliardo l’incremento 2011-15 della tax compliance nelle locazioni.

Ora i dati sulle dichiarazioni dei redditi 2017 confermano il trend che vede crescere di più la cedolare nelle regioni del Sud, dove è storicamente più elevato il rischio-evasione, anche se - come prevedibile - l’utilizzo è più alto al Nord, sia un valore assoluto (Lombardia) sia in percentuale sul totale dei contribuenti (Valle d’Aosta).

Solo guardando gli affitti a canone libero, si vede che Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e Molise hanno tutte un tasso di crescita superiore alla media nazionale. Un dato che - da solo - non costituisce una prova inconfutabile, ma che rappresenta certo un indizio interessante. Su questo aspetto, però, servirebbero analisi ulteriori, perché non tutti i dati sono coerenti. Ad esempio, non pare esserci stato un incremento significativo dei nuovi contratti di locazione registrati alle Entrate: Il Rapporto immobiliare 2017 dell’Omi segna un modesto aumento dello 0,63% tra il 2015 e il 2016.

Gettito a 2,6 miliardi

Tra versamenti con F24 e trattenute in buste paga e pensioni, nelle casse dell’Erario nel 2016 sono finiti 2,3 miliardi di euro. Il monitoraggio delle entrate tributarie, però, permette già di gettare uno sguardo al 2017 e di cogliere un ulteriore aumento degli incassi derivanti dalla cedolare: il preconsuntivo annuale, infatti, sfiora i 2,6 miliardi (+8,8%).

Quest’ultima cifra, letta insieme al numero dei beneficiari, fa pensare che la “tassa piatta” sia stata ormai prescelta da quasi tutti coloro che possono farlo (l’opzione è riservata alle persone fisiche che affittano case a privati, perché le Entrate escludono la locazione a società e imprese, anche se sul punto c’è contenzioso).

D’altra parte, nel primo rapporto «Gli immobili in Italia» (edizione 2011) si diceva che i locatori persone fisiche sono circa 2 milioni. Il dato non è più stato aggiornato, ma confermerebbe una copertura pressoché totale della platea dei potenziali interessati.

Il boom del concordato

La cedolare al 21% sugli affitti liberi ha convinto da subito i proprietari, e ancor oggi pesa per il 73% dei canoni e l’85% dell’imposta. Quella sugli affitti concordati, invece, è decollata con l’abbassamento dell’aliquota al 10%, scattato nel 2014: in quell’anno d’imposta i beneficiari sono raddoppiati (da 165 a 311mila) fino ad arrivare ai 591mila del 2016. In pratica, una moltiplicazione per nove, che probabilmente lieviterà con la proroga al 2019 prevista dall’ultima legge di Bilancio.

Tra le tendenze confermate nelle ultime dichiarazioni dei redditi c’è anche la distribuzione reddituale. Metà dei beneficiari ricadono nella fascia di reddito tra i 20 e i 50mila euro, e lo stesso vale per l’imposta versata. Gli importi crescono con il reddito: i contribuenti che dichiarano più di 75mila euro di imponibile annuo costituiscono il 10% dei beneficiari della cedolare, ma versano il 25% dell’imposta.

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