Fisco

Bonus verde, manutenzione esclusa nelle risposte di Telefisco

di Cristiano Dell’Oste e Giorgio Gavelli

Il bonus verde può raddoppiare in caso di interventi di sistemazione del giardino privato e di quello condominiale, ma restano escluse le manutenzioni annuali e i lavori in economia. Sono i chiarimenti forniti delle Entrate in occasione di Telefisco 2018 e pubblicati per la prima volta in queste pagine.

La detrazione per la «sistemazione a verde» di aree scoperte private o condominiali è pari al 36% su una spesa massima di 5mila euro per unità immobiliare. Il dubbio riguardava l’ipotesi in cui nel 2018 – unico anno di applicazione del bonus secondo il comma 12 dell’articolo 1 della legge 205/2017 – in un condominio vengano eseguiti interventi agevolati sia sulle parti comuni sia sulle proprietà esclusive: in questo caso, secondo l’Agenzia, «il diritto alla detrazione spetta su due distinti limiti di spesa agevolabile, di 5mila euro ciascuno».

Poniamo che in un edificio di sei appartamenti venga sistemata l’area verde comune per un costo di 12mila euro e che, nello stesso immobile, il condomino del pianterreno spenda 6mila euro per il proprio giardino esclusivo. Quel contribuente avrà diritto a due bonus: uno su 5mila euro per il lavoro “privato” e l’altro sulla quota di spesa a lui imputabile (2mila euro, immaginando per semplicità una divisione in parti uguali). Del resto, alla medesima conclusione si è sempre giunti per i lavori di recupero edilizio, il cui limite agevolativo è autonomo in caso di lavori alla propria abitazione e nelle parti comuni.

I lavori effettuati in economia sul proprio giardino o terrazzo non consentono di avere il bonus verde, in quanto, per l’Agenzia, questa situazione è incompatibile con il concetto di «interventi straordinari di sistemazione a verde» citati dalla Relazione accompagnatoria alla legge di Bilancio 2018. Al contrario, per la detrazione sulle ristrutturazioni (articolo 16-bis del Tuir) risultano agevolabili anche «le spese per l’acquisto dei materiali» usati dal contribuente.

Niente bonus verde anche per le spese sostenute per la manutenzione ordinaria annuale dei giardini preesistenti, sia in aree private sia in quelle condominiali. Anche qui c’è una differenza con il bonus per recupero edilizio, nel cui ambito la manutenzione ordinaria è ammessa se riguardante le parti comuni.

Per espressa indicazione della legge di Bilancio rimane invece agevolata la manutenzione, così come la progettazione, che sia “connessa” a un intervento ammesso al bonus, e quindi: «sistemazione a verde» di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.

La bocciatura della manutenzione annuale è coerente con la “linea dura” seguita dalle Entrate sul tipo di lavori agevolati. Già nei giorni scorsi, infatti, l’Agenzia ha chiarito che l’acquisto di piante in vaso può rientrare nel bonus verde solo se abbinato a interventi di sistemazione a verde “pesanti”, che «si inseriscono in un intervento relativo all’intero giardino o area interessata, consistente nella sistemazione a verde ex novo o nel radicale rinnovamento dell’area esistente». Il che, oltre all’acquisto singolo di piante in vaso, pare escludere anche gli interventi “leggeri” sui giardini.

Apertura totale, infine, sui metodi di pagamento: le Entrate avevano già chiarito che sono ammessi assegni, bancomat, carte di credito e bonifici ordinari. Ciò significa che, per le spese in esame, i prestatori d’opera non subiranno la ritenuta dell’8% che gli istituti di credito effettuano sui bonifici “tracciabili”; va però ricordato che, non operando quest’ultima ritenuta, tornano applicabili quelle ordinarie (come quella del 4% sui lavori condominiali o quella prevista sulle prestazioni professionali o occasionali).

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