Fisco

Si allarga la famiglia dei bonus casa

di Saverio Fossati e Giuseppe Latour

Un componente in più nella famiglia, ormai piuttosto allargata, dei bonus fiscali per la casa: arriviamo, così, a quota sei. Il disegno di legge di Bilancio 2018, effettuando il consueto tagliando delle detrazioni dedicate agli immobili, quest’anno aggiunge a beneficio dei cittadini una nuova possibilità di recupero delle spese.

Vengono, allora, confermati i cinque sconti uscenti: mobili, ristrutturazioni, sismabonus, ecobonus ordinario e strutturale. Anche se proprio l’ecobonus incassa diverse modifiche parecchio incisive, come l’esclusione di infissi, schermature solari e caldaie a condensazione e a biomasse dal perimetro delle detrazioni più rilevanti, per passare nel recinto del 50 per cento. Il bonus mobili, invece, ha seriamente rischiato di essere cancellato, stando alle prime bozze della legge: un’eventualità scongiurata, grazie alla proroga secca del meccanismo attualmente in vigore che il Governo ha deciso anche per il 2018. Sismabonus ed ecobonus strutturale procedono, invece, sulla loro strada, dal momento che la legge li aveva già stabilizzati fino al 2021.

A questi cinque tasselli, si aggiunge il bonus dedicato alla sistemazione a verde di balconi, terrazzi e giardini, sia nelle ville che negli edifici condominiali. Dal 2018 sarà, allora, possibile recuperare il 36%, con un tetto di spesa pari a 5mila euro e un tempo di recupero pari a dieci anni. L’ambizione è quella di far emergere molti interventi che, al momento, vengono pagati in nero. Ma anche di innescarne di nuovi tra vendita di piante, manutenzione e riqualificazione di giardini, progettazione e realizzazione di impianti. La stima è che i nuovi investimenti agganciati a questa norma valgano circa 600 milioni di euro.

La legge di Bilancio ha poi aggiunto un’ulteriore tessera al complesso mosaico della cessione del credito fiscale dell’eco bonus: se passerà l’esame delle Camere, la cessione diventerà possibile anche per le opere eseguite sulle singole unità immobiliari (attualmente è riservata ai lavori sulle parti comuni condominiali). Una novità interessante che serve a far e da ulteriore volano al mercato del risparmio energetico. Anzi, banche e finanziarie si stanno attrezzando per organizzare il mercato dei crediti (si veda anche il Sole 24 Ore del 23 ottobre scorso). In realtà, sinora l’effetto della possibilità di cedere i crediti (complici anche i continui mutamenti normativi, cui i provvedimentio dell’agenzia delle Entrate non riuscivano a star dietro) è stato praticamente nullo. Ma, se lo “sconto” da praticare sull’importo di detrazione ceduto risulterà accettabile e compatibile in termini di capitalizzazione con le rate da pagare al condominio, di fatto si tratterà di un finanziamento a basso costo.

Per il sisma bonus, invece, non sono previste modifiche, quindi non sarà possibile cedere il credito fiscale se non per lavori condominiali. A rendere più performante il mercato legato ai bonus, poi, arriva anche un nuovo Fondo di garanzia pubblico, da 150 milioni, dedicato ai finanziamenti bancari collegati all’efficientamento energetico. Potrebbe muovere 600 milioni ogni anno.

Conferma (sofferta) anche per la cedolare del 10% sugli affitti concordati: si tratta di un volano indispensabile per consentire l’accesso al’affitto dei meno abbienti senza danneggiare economicamente i locatori. Il dimezzamento della tassa rispetto agli affitti di mercato (che scontano il 21%) compensa infatti, in molte città, la minore redditività. Per Confedilizia è una netta vittoria (anche se la versione iniziale della norma prevedeva la cedolare al 10% a regime) e anche l’Uppi (piccoli proprietari) si dichiara soddisfatta. Rimane il nodo dell’estensione della cedolare ai negozi , chiesta da tutte le associazioni della proprietà e dagli agenti immobiliari della Fiaip.

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