Fisco

In condominio parte il mercato dei bonus fiscali

di Giuseppe Latour

Anno 2018: cessione dei crediti fiscali legati agli interventi in casa pronta al decollo. È servita una riforma continua, durata due anni pieni, dalla legge di Stabilità 2016 fino alla legge di Bilancio 2018. In mezzo ci sono stati rinvii, chiarimenti dell’agenzia delle Entrate, limature del Governo. Adesso, però, siamo a una svolta: il forte interesse di banche e altri intermediari finanziari dice chiaramente che questo meccanismo potrebbe fare il salto definitivo. Facendo nascere un mercato, legato alle piattaforme di scambio dei bonus.

Lo strumento della cessione dei crediti nasce per rispondere a un’esigenza: consentire a chi non ha i soldi per realizzare un intervento incentivato di percorrere una strada alternativa. Anziché pagare l’investimento e poi recuperare il beneficio con la dichiarazione dei redditi, tramite la cessione è possibile monetizzare subito il vantaggio. E saldare il corrispettivo dei lavori in casa, almeno in parte, con il trasferimento del bonus. Questa idea si è tradotta in una prima riforma un po’ zoppicante, nella legge di Stabilità 2016: quella manovra ha consentito ai soli incapienti (i contribuenti a basso reddito) di cedere l’ecobonus al 65% al loro fornitore.

Un assetto che si scontrava con molti problemi. Tra questi spiccava una cervellotica differenziazione tra incapienti e contribuenti ordinari. Così, la legge di Bilancio 2017 ha aggiustato il tiro. E ha consentito a tutti i beneficiari di cedere il bonus. Ma non solo: nel perimetro della cessione da quel momento rientrano l’ecobonus potenziato (70%-75%) e il sismabonus (75%-85%). Nell’elenco dei possibili cessionari, poi, sono stati inclusi «altri soggetti privati», diversi dai fornitori. Escludendo, però, le banche. Una limitazione rilevante, perché sia le imprese di costruzioni che i normali cittadini difficilmente hanno la liquidità per sostenere queste operazioni da cessionari. Soprattutto nel caso delle imprese, condizionate dal pagamento di fornitori e dipendenti.

Lo scorso giugno è, allora, intervenuta la manovrina (Dl n. 50/2017), dando via libera ai trasferimenti di crediti alle banche per i contribuenti a basso reddito. Siamo, così, alla storia della legge di Bilancio 2018, che punta a una semplificazione rilevante: estendere la cedibilità dell’ecobonus a tutti gli interventi su singole unità. Finora, infatti, la legge guardava soprattutto alle operazioni realizzate dal condominio. Riepilogando: se questo assetto sarà confermato, dal 2018 l’ecobonus potrà essere ceduto sempre e da tutti i contribuenti, sia per gli interventi su unità singole che per le operazioni del condominio. E, nel caso degli incapienti, lo sconto potrà essere girato anche alle banche. Mentre il sismabonus resterà limitato alle operazioni condominiali.

La grande novità di questi mesi va, però, oltre il cantiere normativo. Questa riforma continua ha, infatti, prodotto un assetto che sta muovendo l’interesse degli intermediari finanziari. Molti soggetti lavorano da tempo per mettere sul mercato piattaforme di scambio dei crediti: un sistema che punta a rendere liquidi i bonus, favorendone la circolazione. In campo ci sono già Harley&Dikkinson e Deloitte/Ance (vedi pezzo in basso), ma sulla scena potrebbero arrivare anche le banche, per intercettare il potenziale delle piattaforme.

È il caso di BancoBpm, che ha iniziato «a prendere contatti con i soggetti specializzati». L’idea è di offrire ai clienti l’accesso a una piattaforma gestita da terzi, nel caso in cui questi abbiano bisogno di una cessione. Ancora nessun accordo, ma solo contatti. Una situazione condivisa da altri istituti che si preparano sottotraccia.

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