L'esperto rispondeFisco

La fine della convivenza non ferma le detrazioni

Marco Zandonà

La domanda

Sono regolarmente iscritto in anagrafe quale convivente con la mia compagna. Dopo l'inizio della convivenza ufficiale, nel 2017 ho pagato con regolari bonifici (indicando il mio codice fiscale e la partita Iva dell'azienda edile) alcune fatture per la ristrutturazione di una casa intestata al 100% alla mia compagna: casa in cui andremo ad abitare a fine lavori. Se però in futuro smettessimo di convivere, potrò continuare a detrarre le rate per la ristrutturazione in questione, per tutti i dieci anni previsti? La legge parla infatti della convivenza quale pre-requisito ai fini delle detrazioni, ma non dice nulla circa l'eventuale fine della convivenza, dopo il termine dei lavori.

La convivenza, anche in assenza di matrimonio, consente di poter fruire della detrazione del 50 per cento. In particolare, la circolare 7/E del 2017 ha precisato che la convivenza di fatto, in base alla "legge Cirinnà" (legge 76/2016) è quella risultante dai registri anagrafici (Dpr 223/89), ovvero oggetto di autocertificazione in base al Dpr 445/2000. La cessazione, dopo il termine dei lavori, del requisito della convivenza, richiesto ai fini dell'applicazione dei benefici fiscali, non fa venir meno il diritto alla detrazione, che continua comunque a rimanere in capo al soggetto che ha sostenuto le spese, per tutta la sua durata.

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