Fisco

Ecobonus su misura, sconto sull’effettivo risparmio energetico

di Carmine Fotina

«Ecobonus» a misura di risparmio energetico. Alla novità lavorano già da alcune settimane i tecnici del ministero dello Sviluppo economico e una prima ipotesi di riforma sarebbe già stata inviata al ministero dell’Economia per il vaglio di compatibilità con le finanze pubbliche. La prossima legge di bilancio appare destinata ad essere il veicolo ideale per tramutare in norma il progetto di revisione, anticipato peraltro nelle sue linee generali con il documento sulla Strategia energetica nazionale.

L’idea del ministero dello Sviluppo economico è rendere più «sfidante» il sistema delle detrazioni fiscali al 65% per il risparmio energetico. Si valuta di modulare la percentuale in detrazione in relazione al risparmio atteso, ma anche di introdurre massimali unitari di spesa per tipologia di intervento, premiare le azioni più efficienti orientandosi sempre di più verso interventi radicali sull’edificio. Allo studio c’è inoltre una valorizzazione dei risparmi generati dalle detrazioni fiscali per il recupero edilizio, ad oggi non conteggiati, attraverso un sistema di incentivazione integrato con l’ecobonus. Incrociando l’effettiva platea dei beneficiari, la lista degli interventi agevolabili e le percentuali di rimodulazioni si capirà se nel complesso il nuovo ecobonus risulterà più o meno generoso rispetto alla versione attuale.

Il riassetto, nelle ambizioni ministeriali, dovrebbe essere contestuale alla stabilizzazione della misura, anche se su questo punto bisognerà vedere come finirà il consueto confronto con il Tesoro che dovrà decidere se ci sono margini per un intervento di ampio respiro o solo per la proroga di un anno.

La Strategia energetica nazionale (la cui consultazione pubblica è stata prorogata al 12 settembre) riporta dati relativi all’ecobonus aggiornati al 2014: circa 300mila interventi realizzati, per un totale di oltre 3,2 miliardi di investimenti attivati. Con un trend in nettissima crescita negli ultimi tre anni. La misura ha un costo stimato di circa 10,8 miliardi nel periodo 2007-2016 e ha comportato risparmi, tramite i soli nuovi interventi realizzati nell’anno, pari a 0,16 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio). Ci sono tuttavia due problemi all’esame del governo. Innanzitutto, i costi degli interventi di efficienza energetica sugli edifici in ambito residenziale restano notevolmente più alti rispetto ai livelli tipici del settore industriale, a parità di risparmio ottenuto: il rapporto costo-efficacia di detrazioni fiscali e conto termico risulta fino a otto volte superiore rispetto al meccanismo dei certificati bianchi. In secondo luogo, non ci sono certezze sul carattere addizionale degli investimenti, perché l’ecobonus presuppone la disponibilità finanziaria delle famiglie che vogliono effettuare l’investimento e deve fare i conti con il problema dei nuclei che risultano in condizioni di povertà energetica.

Per quest’ultimo motivo, i tecnici dello Sviluppo immaginano una riforma coordinata con quella dei due bonus elettrico e gas concessi, come sconto sulla bolletta, alle famiglie in condizione di disagio economico e fisico e alle famiglie numerose. La legge annuale per la concorrenza appena entrata in vigore contiene una delega al governo - da esercitare entro 6 mesi - per riorganizzare i due bonus, magari unificandoli, semplificandone l’accesso e prevedendo un aumento degli importi fino a coprire un trimestre di spesa energetica media per una famiglia di 4 persone.

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