Fisco

Se non si può usare il 65% scatta il 50%

di Dario Acquaro

Gli interventi di riqualificazione energetica agevolati dalla detrazione del 65% negli immobili abitativi sono “coperti” anche dal bonus del 50% sulle ristrutturazioni, che infatti incentiva i lavori per il risparmio energetico realizzati anche in assenza di opere edilizie propriamente dette. Nelle singole unità abitative, i due tipi di detrazione sono stati confermati per il 2017 alle stesse percentuali dello scorso anno (rispettivamente 65% e 50%), ma rimangono alternativi tra loro: non possono cioè cumularsi sulle stesse opere. Considerato quindi che gli ambiti di intervento possono sovrapporsi, «il contribuente potrà avvalersi, per le medesime spese, soltanto dell’una o dell’altra agevolazione, rispettando gli adempimenti specificamente previsti in relazione a ciascuna di esse» (circolare 36/E/2007). Da questo punto di vista, se il pagamento con il bonifico “dedicato” è un passaggio comune a entrambi gli iter, l’ecobonus al 65% risulta più articolato perché richiede, ad esempio, il rispetto di determinati standard di rendimento energetico e l’invio online della documentazione tecnica all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Ma è certo preferibile, se non ci sono problemi di capienza fiscale e si vuol ottenere un maggior taglio alla bolletta.

I requisiti tecnici

Nel caso della caldaia a condensazione, per la detrazione del 65%, il rendimento deve rientrare in un determinato valore tabellare, che può essere garantito dalla certificazione del produttore, ed è prevista la verifica e messa a punto del sistema di distribuzione. Si tratta di requisiti che fanno sicuramente aumentare le spese, a loro volta però compensate dalla prospettiva di un più alto risparmio energetico (e sconto fiscale). E lo stesso può dirsi nel caso delle finestre comprensive di infissi, per le quali il 65% richiede un valore di trasmittanza termica nei limiti indicati dal Dm 26 giugno 2010 (anch’esso certificabile dal produttore). In sintesi, sarebbe quindi preferibile sfruttare il 50% per l’intervento con i costi inferiori, visto che comunque entrambe le sostituzioni (caldaia o infissi) darebbero accesso al bonus mobili, che è collegato a quello sul recupero edilizio.

La gestione delle pratiche

Anche se ai lavori in casa si applicano due distinte detrazioni, nulla vieta di rivolgersi a un’unica impresa: purché siano differenziati con esattezza l’ammontare delle due spese e le relative fatture. Spese che andranno pagate con bonifici separati, da parte della stessa persona a cui sono intestate le fatture. Per la pratica del 65% con l’Enea, la scheda descrittiva dell’intervento può essere compilata dallo stesso utente (allegato E del “decreto edifici” per gli impianti termici; allegato F per gli infissi), risparmiando sull’eventuale servizio aggiuntivo offerto dai tecnici (il cui costo sarebbe comunque anch’esso detraibile).

L’aggancio del bonus mobili

Per agganciare il bonus mobili, i lavori finalizzati al risparmio energetico devono essere almeno “straordinari” (il presupposto non può essere la manutenzione ordinaria). È quindi ammessa la sostituzione delle finestre comprensive di infissi: con altre di sagoma, colore o materiale diverso (un’opera di manutenzione straordinaria). Oppure la sostituzione della caldaia, visto che il cambio del generatore è «intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento e come tale qualificabile intervento di “manutenzione straordinaria”» (circolare 3/E/2016). La detrazione del 50% – sempre ripartita in dieci anni – vale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare la casa oggetto dei lavori di ristrutturazione. Lavori che, prima di comprare i nuovi arredi, devono esser stati almeno avviati (ma non per forza già pagati). Il bonus mobili è stato prorogato per tutto il 2017. Per i cantieri avviati nel 2017 (o iniziati nel 2016) riguarda però soltanto gli acquisti eseguiti entro il 31 dicembre 2017: sempre entro una spesa massima di 10mila euro, slegata da quella della ristrutturazione in sé (che per quest’anno ha ancora limite di spesa agevolata pari a 96mila euro).

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