Fisco

Catasto rinviato: soddisfatti proprietari e agenti immobiliari, contrari i geometri

della Redazione

La riforma del catasto sembra allontanarsi, l’esame del decreto legislativo è stato rinviato. Intanto il mondo della proprietà e degli agenti immobiliari ha espresso soddisfazione.

«Ancora una volta avevamo ragione quando dichiaravamo che la riforma del catasto si sarebbe trasformata nell'ennesima stangata per i proprietari di casa». Lo ha dichiarato il Presidente di Arpe-Federproprietà, Massimo Anderson, prendendo atto che il Presidente del consiglio, Matteo Renzi, aveva deciso di togliere dall'ordine del giorno del Consiglio dei ministri il decreto sulla riforma del catasto per «il rischio di troppo elevati aumenti». «Questo è accaduto anche grazie alla mobilitazione e ai convegni organizzati da Arpe-Federproprietà su questo specifico argomento. Altro che invarianza di gettito tanto pubblicizzata – ha proseguito Anderson – si parla di aumenti di oltre il 200% a Roma e 150 % a Milano. Non solo, ma il decreto legislativo 17/12/2014 n. 198, che stabilisce il metodo per la formazione delle Commissioni censuarie, è a rischio di incostituzionalità. Vi è scritto infatti che al momento della nomina non bisogna aver superato i settanta anni di età. Questo in un Paese dove i magistrati giudicano ed emettono sentenze ben oltre tale età».

Anche l’Uppi (piccoli proprietari) è soddisfatta: «Quando è trapelata la notizia che non sarebbe stato trattato l'argomento sul secondo decreto attuativo della riforma del catasto posto all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri del 23 giugno - afferma il documento elaborato da Direzione Nazionale Uppi, Commissione Urbanistica e Commissione Fiscale - è stato immediatamente detto da alcuni che evidentemente gli ambienti politici non avevano capito la portata storica ed epocale di questa riforma. Per contro il Presidente del Consiglio Renzi, evidentemente preoccupato che il calcolo come previsto dalle nuove norme (tra le quali il passaggio da vani a metri quadri e l'aggiornamento dei valori di mercato) potesse portare ad un indiscriminato aumento della tassazione sulla casa quale paventato dall'Uppi, ha deciso di fermare – almeno momentaneamente - la riforma del catasto. Ancora una volta l'Uppi ha colto nel segno e ha ottenuto il risultato sperato. La riforma del Catasto è stata bloccata dal Governo, dopo che era stato appurato quanto da sempre denunciato dai tecnici dell'Unione piccoli proprietari immobiliari e cioè che l'impianto sul quale era basata la riforma aveva notevoli, e probabilmente insormontabili, problemi di applicazione».

Secondo gli agenti immobiliari della Fiaip il ripensamento è stato opportuno: «Bene lo stop del governo Renzi sullo schema di decreto delegato sul catasto». A dichiararlo è il Presidente nazionale Fiaip, Paolo Righi, che ritiene positivo l'atteggiamento dell'esecutivo: «Ieri, per non rischiare l'ennesima stangata sulla casa ai danni dei contribuenti Renzi ha fatto marcia indietro e rimandato il varo del nuovo catasto insieme a quello della local tax». «Pur essendo favorevoli alla riforma del catasto, come Fiaip, abbiamo da tempo manifestato l'esigenza di maggiore trasparenza ed equità per il nuovo catasto, nel rispetto dei principi di invarianza di gettito a livello locale, al fine di non danneggiare i contribuenti con l'introduzione di nuove patrimoniali sulla casa. E Renzi - prosegue Paolo Righi - è ormai consapevole che rispetto al 2011 la tassazione sulla casa è triplicata. Oggi è necessaria una vera e propria riduzione del carico fiscale sulla casa e il Governo dovrebbe cogliere l'occasione per ripensare ad una riforma complessiva della tassazione immobiliare. L'immobiliare, così come l'edilizia , rappresentano oggi un grande motore per la crescita e lo sviluppo dell' economia del Paese. L'esecutivo – conclude Righi - deve ora invertire la tendenza: meno tasse sulla casa, se si vuole una vera ripresa».

Anche per la Fimaa «la riforma del Catasto - dice il presidente nazionale, Valerio Angeletti - è senz'altro necessaria, ma approvarla senza aver prima avviato un progetto di riforma di abbassamento della pressione fiscale sul mattone potrebbe generare più problemi che benefici, soprattutto tra le fasce deboli già duramente colpite dalla crisi degli ultimi anni. Intervenire in un settore chiave come quello della casa significa coinvolgere una platea di oltre 20 milioni di cittadini e ben 60milioni di unita immobiliari. Per cui l'obiettivo di una riforma di tale portata deve essere quello di correggere le inadeguatezze che fanno pagare troppo ad alcuni e troppo poco ad altri, riducendo così la forbice del disagio sociale, e di porre le basi per una politica abitativa che tenga conto delle dinamiche sociodemografiche attuali. Anche per tale ragione il testo di riforma prevedeva l'invarianza di gettito, ma se questa contiene ancora delle falle, allora forse è meglio fermarsi a riflettere, con l'obbligo di riprendere i lavori per portare a casa una riforma che abbia regole chiare ed eque e che metta d'accordo tutti».

Contrari al rinvio, i geometri fiscalisti di Agefis: «Questa cancellazione in extremis getta nella più totale insicurezza il futuro della revisione del sistema catastale italiano. La riforma del Catasto ha l'obiettivo di rendere più equa la tassazione immobiliare, facendo pagare quanto dovuto a coloro che possiedono immobili di pregio, ponendo rimedio a una situazione di privilegio e disuguaglianza che non è più accettabile - commenta il presidente dell'Associazione dei Geometri fiscalisti, Mirco Mion - Quindi il mancato varo del tanto atteso decreto legislativo è, a dispetto di quanto affermato da alcuni, una sconfitta ai danni dei cittadini appartenenti a fasce medio-basse, ovvero dei possessori di immobili di basso valore con rendite alte rispetto a possessori di immobili di pregio con rendite molto basse. È evidente che il mancato aggiornamento degli estimi catastali ha prodotto una staticità della corrispondente base imponibile rispetto ai prezzi mediamente applicati e ai redditi percepiti. Staticità per altro non superabile con il semplice utilizzo di moltiplicatori lineari che, come si è verificato per l'Imu, possono ridurre l'incidenza della tassazione sul valore di mercato effettivo al crescere della differenza tra valore catastale e valore di mercato.
Procrastinare l'avvio della riforma - conclude Mion- significa continuare a non aggiornare gli estimi, seguitando così a produrre diseguaglianze sempre più marcate».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©