Condominio

Fondazioni, i lavori di messa in sicurezza vanno tutti al 110%

Rientra anche la messa in sicurezza di muri di contenimento, di elementi di sostegno o delle cosiddette “cavità antropiche”

di Giuseppe Latour

Gli interventi sulle fondazioni ricadono nel perimetro del sismabonus, con un’accezione molto ampia, includendo anche la messa in sicurezza di muri di contenimento, di elementi di sostegno o delle cosiddette “cavi tà antropiche”, tipiche degli edifici storici. Purché il tecnico asseveri che questi lavori sono necessari per ridurre il rischio sismico della struttura.

È il chiarimento appena arrivato dalla commissione consultiva del Consiglio superiore dei lavori pubblici , organo tecnico espressione del ministero delle Infrastrutture, che si occupa di monitorare l’applicazione del sismabonus e, quindi, anche del 110 per cento.

Un chiarimento che, peraltro, va esattamente nella stessa direzione indicata dall’ agenzia delle Entrate con l’interpello n. 706/2021, secondo il quale è agevolabile con il superbonus anche il rifacimento di un muro «avente funzione sia di contenimento che di sostegno del terreno, con evidenti segni di cedimento».

Le fondazioni

Tornando al parere della commissione, questo spiega anzitutto che «il sistema fondale di un edificio, sia esso costituito da fondazioni superficiali che da fondazioni profonde, ha un’estensione che, generalmente, ricalca l’ingombro del piano terreno del fabbricato».

Negli edifici in muratura dei centri storici o rurali «il sistema fondale, per esempio, è spesso costituito dal semplice prolungamento delle murature portanti al di sotto del livello di pavimento» oppure «da un conglomerato posto in opera riempendo uno scavo spinto fino a livelli ritenuti idonei a trasferire al terreno i carichi statici dell’edificio». Si tratta di sistemi strutturali semplici che spesso sono attraversati da scarichi e, quindi, sono esposti a rischi legati a un mancato drenaggio dell’acqua.

A questo si affiancano altri casi, come quello nel quale la stabilità di una costruzione sia affidata anche ad opere esterne al perimetro del fabbricato (ad esempio, il sostegno a terrapieni dove si trovano le fondazioni) oppure, ancora, il caso di manufatti posti in prossimità del fabbricato, il cui degrado strutturale può avere riflessi diretti sulla stabilità della costruzione principale.

Questo avviene per le cosiddette “cavità antropiche”, «che sono presenti in aree del nostro paese scavate fin dall’antichità per essere utilizzate come elementi accessori all’abitazione (ricovero animali, raccolta acque, stoccaggio di materiali e prodotti vari, estrazione di materiali da costruzione)». Nel caso in cui questi elementi si degradino, può emergere un rischio per la stabilità delle abitazioni.

Definizione ampia

Quindi, per valutare la stabilità di un edificio e progettare eventuali interventi di messa in sicurezza antisismica, secondo la commissione del Consiglio superiore, bisognerà adottare un’accezione molto ampia e considerare anche tutti questi elementi.

Fatte queste premesse, allora, la commissione conclude che il superbonus, in versione sisma, può ricomprendere anche tutti questi lavori collegati alle fondazioni. Con una sola avvertenza. Come sempre in questi casi, infatti, è fondamentale il lavoro dei professionisti che progettano gli interventi di messa in sicurezza.

Il ruolo dell’attestazione

«Nel corpo delle attestazioni previste dal Dm 329/2020 - spiega la commissione -, il progettista, il direttore dei lavori e, ove previsto, il collaudatore statico, ciascuno per quanto di competenza, dovranno esplicitare il nesso di causalità tra la stabilità dell’edificio nei confronti dell’azione sismica e l’eventuale carenza da sanare in elementi posti nelle vicinanze delle costruzioni».

In altre parole, questi soggetti dovranno spiegare qual è il rapporto causa-effetto tra gli interventi su questi elementi e il miglioramento della sicurezza degli edifici.

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