Condominio

Animali di compagnia ai tempi del coronavirus. Quali regole in condominio?

Con il nuovo Dpcm dell'11 marzo 2020 e le ulteriori misure restrittive, si devono ricordare con attenzione le regole in condominio per la tutela degli amici a 4 zampe.

di Maurizio Tarantino

Chiunque abbia un animale domestico, soprattutto un cane, conosce perfettamente le difficoltà nel gestire la sua presenza in appartamento, specialmente in alcuni contesti condominiali. Premesso, quindi, che non è più consentito vietare la presenza degli animali nel condominio, la coabitazione dev'essere improntata al pieno rispetto di tutti gli altri condomini. Soprattutto in questo periodo di emergenza da Covid-19, il rispetto degli spazi comuni e privati all'interno di un contesto condominiale è alla base del buon senso.

Nessun contagio da animale da compagnia
Da quanto riportato dal ministero della Salute, al momento non c’è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l'infezione o possano diffonderla. Comunque, la raccomandazione è sempre quella di lavarsi le mani frequentemente dopo il contatto con gli animali.

Le uscite all'aperto
Il decreto non vieta lo spostamento di uomini e animali all'interno dello stesso Comune di residenza, sempre stando molto attenti alle regole sanitarie minime e considerando che la passeggiata deve avvenire nelle vicinanze della propria abitazione e per il tempo strettamente necessario. Bisogna dunque evitare di lasciarlo correre per ore dove vuole e soprattutto nelle aree verdi dove non sia possibile mantenere la distanza di un metro tra persone, prescritta dalla norma. E' possibile uscire anche (sempre con l'autocertificazione) per i controlli veterinari. La previsione è contenuta nel punto 11 del vademecum diffuso dal Governo .

I gattari
Secondo il vademecum dell’Ente nazionale protezione animali, i gattari autorizzati devono continuare a occuparsi della propria colonia felina in quanto la circostanza è uno “stato di necessità”. In particolare, secondo l'Enpa, i gatti sono tutelati dalla legge, di conseguenza se non vengono accuditi e alimentati sarebbero esposti a maltrattamento e a abbandono.

Ed ancora, l'impedimento al gattaro di prendersi cura della propria colonia felina potrebbe generare una potenziale dispersione della stessa in quanto, in assenza di cibi, i gatti potrebbero disperdersi e creare un problema di carattere sanitario.

Anche per i gattari è necessario spostarsi con l'autocertificazione. Su questo aspetto, la Lega anti vivisezione consiglia di inserire nell'autocertificazione:

«A questo riguardo, dichiara che lo spostamento è giustificato per motivi di necessità ai sensi dell'articolo 1 comma 1 lettera a) del decreto del Presidente del consiglio dei ministri dell'8 marzo 2020 per accudire animali che si trovano a _______ in Via______ di cui sono responsabile ai sensi di legge e per non incorrere in maltrattamento e uccisione di animale con condotte omissive ai sensi e per gli effetti degli articoli 544 bis e 544 ter del Codice penale e, per cani e/o gatti, anche ai sensi della legge 281/1991».

Come tutte le dichiarazioni, si tratta di una dichiarazione personale, compilata sotto la propria responsabilità, consapevoli che dichiarazioni false al pubblico ufficiale sono sanzionate in base all'articolo 495 del Codice penale.

Negozi per gli animali
Sono aperti i negozi che vendono cibo per animali, per i quali resta valida la misura dettata per i supermercati. Secondo l'Enpa “Il fatto che nell'ultimo decreto ci sia scritto che sono autorizzati solo gli esercizi che si occupano di “commercio al dettaglio di piccoli animali domestici” è un fatto puramente tecnico e burocratico in quanto la definizione inserita nel decreto corrisponde alla classificazione commerciale del negozio che comprende anche l'attività di “commercio di alimenti per animali da compagnia”.

In conclusione, con il nuovo Dpcm dell'11 marzo 2020, non c’è alcun cambiamento per la mobilità necessaria all'assistenza agli animali e per il rifornimento di cibo per loro. Dunque, continuano a essere consentite le dovute uscite di casa per i bisogni fisiologici del cane, così come restano aperte anche le farmacie e le parafarmacie dove si possono trovare prodotti per animali. Gli ambulatori veterinari dei liberi professionisti possono essere aperti (la decisione è in capo al singolo titolare) mentre devono continuare a esercitare i servizi veterinari pubblici con le specifiche di cui alla circolare del ministero della Salute del 2 marzo scorso.

In definitiva, considerando gli scenari normativi e l'assenza scientifica di ogni prova riguardante la diffusione del Covid-19 da parte dei nostri amici a 4 zampe, resta immotivato e, dunque, privo di ogni logica l'abbandono.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©