Condominio

Acqua non depurata, canone rimborsato

di Rosario Dolce

Il condominio, utente del servizio integrato idrico, ha diritto al rimborso del canone di depurazione se, nell’area territoriale in cui sorge l’edificio, l’impianto non funzionava all’epoca del pagamento della bolletta. Questo ha stabilito la Corte di Cassazione con la Sentenza 3692/2020.

I giudici di legittimità hanno anzitutto affermato, in tema di controversie sulla ripetizione del canone di depurazione, la giurisdizione del giudice ordinario (e non di quello tributario. Poi hanno argomentato che, ogni volta che ci sia un contenzioso in materia, occorre verificare se, in effetti, l’impianto di depurazione fosse, in effetti, funzionante o meno, e, se del caso, se siano state avviate o meno le opere pubbliche occorrenti per ripristinarne la funzionalità (si veda l’articolo 8 sexies del Dl 208/2008).

Il servizio deve funzionare
Nel caso in cui la risposta ad entrambi gli interrogativi sia negativa, allora ciascun utente del servizio integrato idrico è in grado di ottenere la restituzione del corrispettivo richiesto e riscosso da parte del gestore del servizio per il canone di depurazione.

È un contratto di utenza
La quota di tariffa relativa al servizio di depurazione è, infatti, qualificata come una componente della complessiva tariffa del servizio idrico integrato, configurata, dunque, come corrispettivo di una prestazione commerciale complessa (la quale, per quanto determinata nel suo ammontare in base alla legge, trova fonte non in un atto autoritativo direttamente incidente sul patrimonio dell’utente, bensì nel contratto di utenza).

Detto in altri termini, se l’utente condominio non usufruisce del servizio di depurazione, per fatto a lui non imputabile, è irragionevole , per mancanza della controprestazione, l’imposizione dell’obbligo del pagamento della quota riferita a detto servizio (si veda anche la sentenza della Cassazione civile 9500/2018).

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