Condominio

Amministratori di condominio in Cassa Ragionieri

di Saverio Fossati

Non dovrebbe essere una botta previdenziale. Ma è una piccola rivoluzione quella che si troveranno a subire gli amministratori di condominio, se l’emendamento presentato al disegno di legge di Bilancio 2020 (Ddl As 1586) verrà approvato in via definitiva nei prossimi giorni (attualmente è al Senato).

Il tema è forte e potrebbe coinvolgere decine di migliaia di amministratori condominiali iscritti alla gestione Inps.

In sostanza, i due emendamenti (identici nel testo ma presentati separatamente da Fdi e Fi) prevedono che chi svolga abitualmente (anche non in forma esclusiva) l’attività di amministratore di condominio in base alla legge 4/2013 (la norma dedicata alla professioni non ordinistiche) dovrà transitare alla Cassa Ragionieri.

La stessa Cassa Ragionieri coordinerà «la struttura della contribuzione con quella della forma previdenziale di appartenenza», cioè l’Inps.

Quanto si pagherà

Questo comma sembra garantire che la contribuzione resterà più o meno uguale: attualmente la Cassa ragionieri prevede un contributo soggettivo dal 15% al 25% del reddito, con un minimo “standard” di circa 4.400 euro considerando anche il contributo integrativo e quello soggettivo supplementare, mentre la gestione separata Inps chiede ai liberi professionisti il 25,72% e un minimale di poco meno 4.100 euro.

Il tentativo precedente

Un tentativo analogo (senza esito) era stato fatto in occasione della conversione in legge del Dl 34/2019.

C’è da chiedersi se per gli amministratori di condominio sia un buon affare uscire da sotto l’ombrello Inps per passare alla Cassa ragionieri, dove il saldo entrate-uscite è positivo ma il numero di iscritti dal 2007 al 2018 è calato del 10 per cento. E il rapporto tra iscritti e pensionati tende a ridursi velocemente .

I non molti amministratori condominiali che fanno parte di altri Ordini professionali (soprattutto geometri ma anche ragionieri, avvocati, architetti e commercialisti) sono iscritti alle rispettive Casse e quindi non vengono coinvolti dalla modifica.

Ma in gran parte chi svolge questa attività (escludendo l’enorme massa dei dopolavoristi in nero che amministrato uno o due condomìni) è iscritto all'Inps, sia come gestione separata che (quando esercitano in forma societaria) alla gestione commercianti. Si tratta di un numero difficilmente quantificabile ma che viaggia tra i 25mila (in genere iscritti a una delle 40 associazioni di categoria) e i 50mila, mentre i “dopolavoristi” sono almeno 100mila.

Dal giugno del 2013, comunque, per esercitare l'atività occorre aver svolto la formazione iniziale (80 ore o un'adeguata esperienza pregressa) e quella annuale di 15 ore e possiede i requisiti soggettivi e oggettivi di onorabilità di cui all’articolo 71 bis delle Disposizioni di attuazioni del Codice civile, come del resto è previsto nell’emendamento copre il passaggio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©