Condominio

Acqua/2. La tariffazione Arera rende le bollette incomprensibili

di Vincenzo Vecchio


Altra stangata: nuovo sistema di tariffazione acquedotto, delibera Arera 665/17
Per i consumi dell'acquedotto sono in arrivo nuove tariffe che vengono applicate con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2018. Per alcuni utenti potrebbe essere una stangata intollerabile, ma aldilà degli addebiti è necessario fare chiarezza anche perché i gestori del servizio non hanno dato informazione adeguata.
Attualmente per le utenze collegate all'acquedotto e dotate di sistema fognario che confluisce in depuratore il costo del servizio idrico integrato è costituito da quattro voci:
a) quota fissa;
b) quota acquedotto (consumo acqua in mc);
c) quota depurazione;
d) quota fognatura;
e) oneri perequazione.
L'informazione fornita dai gestori, quando è fornita, è lacunosa e carente, la stessa fatturazione costituita da diverse pagine e di oltre 120 righe di calcolo è incomprensibile. E' assolutamente impossibile per l'utente verificare se gli addebiti siano corretti o meno.
Inoltre da quanto si apprende si sta applicando una disposizione impartita dalla Arera, la delibera 665/17, anche essa un mostro giuridico di oltre 23 pagine con la parte essenziale deliberativa confinata nelle ultime due essendo le precedenti occupate da richiami normativi, prese di atto, accertati ecc.
In base alle disposizioni della delibera dell'autorità recepita o da recepire dai gestori le utenze vengono suddivise in due grandi categorie: domestiche e non domestiche.
Le categorie a loro volta sono suddivise in sotto categoria: domestiche residenti, domestiche non residenti, industriali, artigianali/commerciali, agricole/zootecniche, pubbliche non disalimentabili, pubbliche disalimentabili, altri usi.
Ovviamente per ogni categoria e sotto categoria viene applicata una tariffa diversa, non solo, ma addirittura mutano i criteri di addebito.
Alle sole utenze domestiche per i servizi acquedotto, fognatura e depurazione, con decorrenza dal 1/01/18 verrà applicata una tariffa pro capite sulla base dei componenti il nucleo familiare.
In questa prima fase ad ogni utenza domestica vengono imputati 3 componenti per nucleo, con possibilità per l'utente di fornire i dati reali con auto certificazione.
Il consumo pro capite non è un fisso anche se dalle circolari si desume un diverso significato.
Il consumo pro capite con tariffa più bassa rappresenta la fascia di mc che hanno ritenuto di contenere a tariffa sociale. Le tariffe quindi sono progressive in relazione ai consumi e ai componenti il nucleo familiare.
Alcune osservazioni in merito alle utenze condominiali.
La ripartizione dei costi ai singoli condòmini dovrebbe avvenire tenendo conto delle imputazioni personali e della destinazione dell'utenza: domestica residenziale, domestica non residenziale, commerciale e tariffa per fascia sociale in base al nucleo familiare.
Calcolo complesso e quasi impossibile, ma la cui non effettuazione corretta può determinare la nullità dei riparti.
Siamo ormai alla bulimia normativa e regolamentatrice, la vita dei cittadini è sommersa da una burocrazia invasiva che ne opprime la quotidianità dell'esistenza.
Per i condomìni in cui le utenze sono miste non è dato capire come poi l'amministratore debba ripartire i costi dei consumi dell'acqua e della depurazione atteso che i criteri di determinazione sono differenti.
Inoltre nel corso dell'anno possono verificarsi variazioni degli appartenenti al nucleo familiare. Si pensi alla difficoltà delle imputazioni per le residenze domestiche utilizzate quale casa vacanza, ai contratti per uso transitorio o studenti universitari ecc..
Richiedendosi inoltre nella imputazione dei costi da parte dell'amministratore condominiale la conoscenza dei componenti il nucleo familiare va evidenziato che non è chiarito se il nucleo familiare sia quello anagrafico registrato al comune o altro.
Si pone per l'amministratore di condominio un problema di rispetto della privacy dovendo acquisire dati e informazioni sulle situazioni di convivenza e sulla durata della stessa all'interno della unità immobiliare.
Un grande pasticcio quindi che determinerà grosse iniquità, aumento dei costi gestionali nelle utenze condominiali e conflittualità sociale.

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