Condominio

Per il risarcimento da mancato godimento non basta accertare l’occupazione abusiva

di Rosario Dolce

Il danno conseguenza da mancato godimento dell'immobile deve essere provato, anche con presunzioni semplici, ma non può essere ricavato dal giudice indirettamente. Il principio, appena esposto, è declinato nella sentenza emessa dal Tribunale di Rieti n. 307 pubblicata lo scorso 13 aprile 2019 . Ecco l'argomentazione. Invero, costituisce, sul tema,
È orientamento pacifico della Corte di Cassazione quello secondo cui in caso di occupazione illegittima di un cespite immobiliare (ovvero, stante l'identità di ratio, in caso di perdita della disponibilità dello stesso da parte del titolare), il danno subito dal proprietario risulta “individuale, di per sé, nella perdita della disponibilità del bene da parte del dominus, così come nell'impossibilità, per questi, di conseguire l'utilità anche solo potenzialmente ricavabile dal bene medesimo, in relazione alla natura normalmente fruttifera di essa” (tra le tante, 3223/2011, 26610/08, 1507/06, 13630/01).
La perduta disponibilità di un immobile non costituisce, quindi, un danno in sé, nel senso che, provata l'occupazione abusiva, non può dirsi per ciò solo provato detto danno che, diversamente, potrà essere dimostrato mediante il ricorso a presunzioni semplici, potendo considerare anche nell'utilità teorica che il danneggiato poteva ritrarre dall'uso diretto del bene, durante il tempo per il quale è stato occupato da altri (Cassazione civile 18494/2015).
In conclusione, secondo l'iter logico giuridico seguito dai giudici di legittimità - per come pedissequamente richiamato in sentenza -, è evidente che il risarcimento del danno da mancato godimento dell'immobile integrato dall'importo del canone di locazione pari alla durata dell'occupazione configura un danno punitivo, se non viene provata la concreta intenzione del proprietario di mettere a frutto l'immobile in questione: infatti, può accadere che il proprietario, per libera scelta, decida di non trarre alcun guadagno (in punto, è stata richiamata la Sentenza n 13071/2018 della Suprema Corte di Cassazione).

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