Condominio

Cassa ragionieri «apre» a chi amministra condomìni

di Saverio Fossati e Federica Micardi

Gli amministratori di condominio potrebbero aver l’obbligo di iscrizione alla Cassa ragionieri. Questa novità, a quanto risulta al Sole 24 Ore, potrebbe rientrare nel Decreto crescita attraverso su emendamento governativo o del relatore al provvedimento di conversione in legge.

L’ampliamento della platea per la previdenza privata non è una novità, da mesi si discute per consentire ai comunicatori di iscriversi all’Inpgi (l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani). Una necessità per l’istituto, che a causa della crisi dell’editoria e della perdita di posti di lavoro si trova attualmente in una fase molto critica in cui le entrate contributive sono inferiori alle uscite per prestazioni.

Per la Cassa ragionieri il discorso è diverso, il saldo entrate-uscite è positivo ma il numero di iscritti dal 2007 al 2018 sta calando ed è passato da 31.607 a 28.776; unica eccezione è il 2014 anno di primo accesso degli esperti contabili) servito a “contenere” la tendenza negativa. La situazione rimane però critica: il rapporto tra iscritti e pensionati tende a ridursi velocemente e la possibilità che hanno gli esperti contabili di passare a Cassa dottori proseguendo gli studi riduce le nuove leve.

Attualmente gli amministratori condominiali sono, in parte, iscritti alle casse professionali (soprattutto geometri ma anche ragionieri, avvocati, architetti e commercialisti). La grandissima maggioranza, invece, è iscritta all’Inps, sia come gestione separata che (quando esercitano in forma societaria) alla gestione commercianti. Per non parlare di numerosissimi “abusivi” dopolavoristi che amministrato 2-3 o anche un solo condominio e non versano alcun contributo previdenziale nonostante l’abitualità.

I professionisti, cioè coloro che effettivamente svolgono in via prevalente o esclusiva l’attività seguendo la legge 4/2013, possono essere quantificati tra i 25mila (in genere iscritti a una delle 40 associazioni di categoria) e i 50mila, mentre i “dopolavoristi” sono almeno 100mila. Dal giugno del 2013, comunque, per esercitare l’atività occorre aver svolto la formazione iniziale (80 ore o un’adeguata esperienza pregressa) e quella annuale di 15 ore e possiede i requisiti soggettivi e oggettivi di onorabilità.

A quanto risulta al Sole 24 Ore, nei giorni scorsi è pervenuta ai gruppi parlamentari una proposta di emendamento al Dl 34/2019 che, in sostanza, prevede l’iscrizione obbligatoria a Cassa ragionieri dei «soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, l’attività di amministratore di condominio, il cui esercizio è disciplinato dalla legge n. 4/2013 ed abbiano i requisiti rispetto all’art. 71 bis della disposizione di attuazione della legge n. 200/2012». Non solo: la seconda parte dell’emendamento viene anche chiarito che, in caso di provenienza dei nuovi iscritti da «altra forma di previdenza obbligatoria» verrà mantenuta l’aliquota contributiva precedente, se maggiore «a garanzia dell’adeguatezza del trattamento previdenziale». Tra l’altro, per come è formulata la bozza della proposta, quando fa riferimento ad «altra forma di previdenza obbligatoria» sembrerebbe che nella Cassa Ragionieri potrebbero essere attratti tutti coloro che svolgono l’attività di amministratore di condominio, anche se iscritti ad altre casse.

Del resto, il Registro degli amministratori di condominio, in elaborazione presso la Giustizia, fornirebbe il necessario postulato all’idea di una forma di previdenza specifica; del resto era stato annunciato da Anna Rita Tateo (Lega) «come sia allo studio del Governo anche l’istituzione di una Cassa di previdenza ad hoc per gli amministratori che possa prendere il posto dell’attuale Gestione Separata Inps» (si veda il Quotidiano del Sole 24 Ore - Condominio del 24 ottobre scorso).

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