Condominio

L'Emilia-Romagna dice sì ai condhotel e allarga la possibilità alle colonie estive

dalla Redazione


L'Emilia-Romagna dice sì ai condhotel, l'innovativa formula ricettiva "mista", già presente in molti Paesi europei, che combina nelle stesse strutture alberghiere camere tradizionali e appartamenti privati realizzati dalla vendita di parte delle stanze.
Con legge regionale approvata il 17 aprile vengono, infatti, definite le regole e i requisiti per avviare e gestire le nuove strutture con l'obiettivo di riqualificare e innalzare la qualità delle strutture stesse, fidelizzare la clientela internazionale e diversificare l'offerta ricettiva del territorio. E, unico caso in Italia, la regione estende anche alle colonie marittime e montane la possibilità di "trasformarsi" in condhotel: una misura antidegrado che permetterà il pieno recupero di importanti edifici che sono molto diffusi sul terrirorio e che sono oggi dismessi, non utilizzati e versano in stato di abbandono, evitando consumo di altro suolo, come prevede la legge urbanistica regionale.
In seguito al recepimento da parte dei Comuni, che a seguito delle modalità semplificate previste dalla norma, potrà avvenire in tempi rapidi, gli albergatori avranno la possibilità di destinare fino a un 40% della superficie delle camere alla realizzazione di alloggi attrezzati ad uso residenziale, da vendere a privati: le risorse ricavate dalla vendita devono essere reinvestite nella riqualificazione e sicurezza degli edifici e nella qualità dei servizi allineandoli sempre di più agli standard internazionali. Gli ospiti dell'hotel e i proprietari degli appartamenti godranno dei servizi alberghieri a partire dalla portineria unica e se il condhotel è costituito da più immobili, devono avere una distanza massima di 200 metri dalla sede della reception. Ogni proprietario può utilizzare in via esclusiva la propria abitazione per parte o tutto il periodo di apertura della struttura ricettiva o renderlo disponibile al gestore per i clienti dell'albergo.
Altro punto di forza del provvedimento, la semplificazione e l'attenzione al territorio: i Comuni per esempio possono pianificare dove e come attuare le nuove strutture ricettive, inoltre la legge individua modalità semplificate di recepimento della norma e di adeguamento degli strumenti urbanistici, quando è necessaria la variante urbanistica.
In quest'ultimo caso, basterà infatti adottare un unico provvedimento per l'intero territorio comunale o per aree omogenee che, con il fine di salvaguardare le specificità e le caratteristiche dell'ospitalità turistica, assicuri una adeguata proporzione tra unità abitative a uso residenziale e ricettività alberghiera. Inoltre, per le aree da sottoporre a particolare tutela, potranno essere individuati e definiti requisiti di maggiore qualità del servizio e della stessa struttura.


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