Condominio

La moto in cortile? Neppure per un minuto

di Selene Pascasi

Posteggiare la motocicletta – anche solo per pochi minuti – nel cortiletto condominiale può costare caro. A precisarlo è la Corte di cassazione con ordinanza 7618 del 18 marzo 2019 (relatore Antonio Scarpa).

La lite parte dalla citazione con cui il proprietario di un appartamento chiede al giudice di pace di risolvere un problema annoso: due condòmini sono soliti sostare con le moto in uno spazio comune.

Domanda accolta, anche sulla base del divieto di ingombro contenuto nel regolamento di condominio e delle dichiarazioni dei testi ascoltati in aula che avevano riferito dell’intralcio procurato a uno dei condòmini.

La pronuncia viene confermata in appello: quella condotta impedisce agli altri abitanti dello stabile di fruire di una parte condominiale del palazzo. Inutile, quindi, il tentativo dei centauri di addurre a loro difesa la «saltuarietà delle soste denunciate» considerato che – scrive il Tribunale – tale «sporadicità» non consentiva di escludere, per il futuro, la «possibilità di una prolungata durata dei parcheggi illegittimi».

Instancabili, i centauri ricorrono in Cassazione, che ribadisce che la stabile occupazione – mediante il parcheggio per lunghi periodi di tempo del proprio veicolo – di una porzione del cortile comune, configura un abuso perché non permette il libero godimento del bene condominiale. Norma di riferimento, l’articolo 1102 del Codice civile. Nella vicenda, il comportamento denunciato non poteva dirsi giustificato neppure dall’eventuale saltuarietà e brevità delle soste, laddove, conclude la Suprema Corte, può costituire abuso anche l’occupazione per pochi minuti di una porzione del cortile comune, qualora impedisca agli altri condòmini di partecipare alla fruizione dello spazio di comproprietà.

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