Condominio

La nomina dell’amministratore dopo la revoca del precedente

di Anna Nicola

Secondo quanto afferma il Tribunale di Milano nella decisione del 28 marzo 2018 ( commentata sul Quotidiano del Sole 24 Ore - Condominio lo scorso 7 agosto ) spetta all'assemblea condominiale nominare un solo soggetto quale amministratore di condominio e, solo ove questa non provveda, potrà intervenire l'autorità giudiziaria, avvenuta la cessazione del precedente mandato.
Qualora i condomini ricorrano al Tribunaleper ottenere la revoca dell'amministratore, non può pretendersi in automatico che il giudice provveda anche a nominare uno nuovo mandatario dello stabile. Ciò è perché il relativo compito spetta all'assemblea condominiale allo scopo di scegliere un nuovo soggetto che sostituisca quello revocato giudizialmente.
Trattasi di affermazioni del Tribunale di Milano contenute nella decisione di cui al decreto n. 955/2018 del 28 marzo 2018, provvedimento pronunciato nell'ambito di una procedura di richiesta di revoca giudiziale dell'amministratore ai sensi dell'art. 1129, comma 11 c.c. per gravi irregolarità nella gestione condominiale.
Nel caso di specie, dopo aver analizzato compiutamente la vicenda, i giudici hanno ritenuto meritevoli di accoglimento le doglianze atte a determinare la revoca dell'amministratore.
Non ha trovato accoglimento, invece, la domanda di nomina giudiziale di un nuovo amministratore in quanto, secondo il Tribunale, la nuova nomina spetta all'assemblea e, solo ove questa non vi riesca, interviene l'autorità giudiziaria (art. 1129, comma 1, c.c.).
Peccato che in questo modo venga a essere duplicata l'azione giudiziale, in violazione del principio di economia processuale.
Comunque, prosegue il Tribunale, in sede di ricorso per la nomina giudiziaria dell'amministratore, occorre fornire la prova dell'impossibilità volontaria della nomina: si deve pertanto depositare copia del verbale dell'assemblea in cui si dà atto del fatto che l'assemblea non è stata in grado di deliberare la nomina del nuovo mandatario.
Si tratta dei verbali cd. negativi dove non vi è alcuna manifestazione di volere dell'assise condominiale. Il riferimento normativo è in ambito comunione: la norma di riferimento è l'art. 1105 c.c. applicabile al condominio in ragione dell'art. 1139 c.c.
Vi era già un precedente del 2016 nei medesimi termini appena menzionati, dello stesso Tribunale di Milano (cfr. Trib. Milano 2 dicembre 2016, n. 3364/2016) che aveva qualificato come extrema ratio la nomina del nuovo amministratore da parte del Collegio Giudiziario. Anche qui è stato affermato che, per ottenere l'accoglimento giudiziale, occorre che venga fornita la prova dell'impossibilità dell'assemblea di provvedere alla nuova nomina, non essendo consentito al Tribunale di sostituirsi alla volontà assembleare in mancanza di evidente prova della impossibilità del suo funzionamento e della sua conseguente inerzia.
Tornando al tema della revoca dell'amministratore, essa può essere deliberata in via ordinaria e in ogni tempo dall'assemblea, con la maggioranza prevista per la sua nomina oppure con le modalità previste dal regolamento di condominio, ove vi siano.
In seconda battuta può essere disposta dall'autorità giudiziaria, su ricorso di ciascun condomino, se ad esempio l'amministratore ha omesso di informare l'assemblea di azione legale nei confronti del condominio esorbitanti dalle sue attribuzioni, se non rende il conto della gestione, ovvero in caso di gravi irregolarità come delineate dall'art. 1129 c.c. Trattasi di casi esemplificativi e non esaustivi
In questa seconda evenienza, deve essere avanzato ricorso al Tribunale allegando ogni documento utile a sostegno della richiesta (es. verbale di assemblea ecc.): il giudice si occupa di valutare le irregolarità nella gestione e che esse siano tali da determinare un grave pericolo di danno per il condominio. Il Giudice, con decreto, fissa l'udienza e il termine entro il quale il ricorrente deve notificar il ricorso e il decreto di fissazione di udienza alle altre parti. Il Tribunale provvede in Camera di Consiglio con decreto motivato, dopo aver sentito l'amministratore.
Il Tribunale di Milano ha ritenuto che, fra le altre, costituisce grave irregolarità ai sensi dell'art. 1129 c.c. la inerzia dell'amministratore rispetto a plurime violazioni del regolamento condominiale, quali la stenditura di panni dai balconi e l'occupazione delle parti comuni con masserizie varie in quanto espressamente vietate dal regolamento dell'edificio.
L'art. 1129 c.c. prevede, qualora ricorrano gravi irregolarità, la facoltà del singolo condomino di richiedere direttamente all'autorità giudiziaria la revoca dell'amministratore, a prescindere dalla preventiva consultazione dell' assemblea condominiale. Uniche eccezioni per cui si impone, invece, la preventiva convocazione dell'assemblea in ordine alla revoca, sono le ipotesi di gravi irregolarità fiscali o di mancata apertura ed utilizzazione del conto corrente intestato al condominio
Peraltro, la norma in questione, oltre a fornire un elenco delle ipotesi tipiche di grave inadempimento tali da comportare ex lege la revoca giudiziale dell'amministratore, contempla altresì una clausola generale cui può essere ricondotta qualunque azione od omissione dell'amministratore incompatibile con una gestione del condominio diligente e cristallina, pertanto, potenzialmente idonea a giustificarne la revoca. L'art. 1129 c.c., infatti, introduce l'elencazione delle cause tipiche sancendone la non tassatività con la seguente locuzione: “Costituiscono, tra le altre, gravi irregolarità: (…)“.

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