L'esperto rispondeCondominio

Un proprietario può obbligare a opere sullo stabile a rischio

Paola Pontanari

La domanda

In tema di valutazione sismica con determinazione della classe di rischio del fabbricato condominiale, possono altri condòmini, anche se in maggioranza, negare il diritto a un condomino di conoscere lo stato in cui versa il palazzo? O questi può obbligare tutti gli altri a provvedere a tale verifica? Nello specifico, il fabbricato in cemento armato fu costruito negli anni '60 - sicuramente con norme tecniche diverse dalle attuali - e si trova in una zona ad alta intensità sismica.

La sentenza della Cassazione 37717/2018 stabilisce che l'assemblea condominiale non può bloccare l'adozione di misure antisismiche proposte dall'amministratore per rendere sicuro l'edificio condominiale, atteso che «la normativa antisismica è ispirata a preservare la pubblica incolumità in zone particolarmente soggette al verificarsi di movimenti tellurici, per cui l'omessa regolarizzazione dell'edificio non è conforme alla normativa del Dpr 380/2001 e ai principi del nostro ordinamento giuridico».La Cassazione, inoltre, in una pronuncia sulle problematiche relative a immobili in rovina, ha confermato la responsabilità di alcuni proprietari di un immobile condominiale pericolante i quali erano stati condannati anche in appello per non aver provveduto «ai lavori necessari per rimuovere il pericolo per le persone derivante dallo stato di degrado dell'immobile». Pur avendo documentato i condòmini di aver più volte diffidato il condominio a intervenire, secondo la Cassazione i semplici solleciti, anche se formali, non bastano. Infatti, occorre obbligare il condominio ad intervenire, in quanto «la responsabilità dei proprietari-condomini discende dal loro non essersi attivati per eliminare il pericolo, non essendo a ciò sufficiente inviare lettere di diffida al condominio ma restare poi inerti se questo non si attiva per rimuovere la situazione di pericolo». Inoltre, la Cassazione con sentenza 2951/2016 ha stabilito che «nel caso di mancata formazione della volontà assembleare che consenta all'amministratore di adoperarsi, sussiste a carico del singolo condomino l'obbligo giuridico di rimuovere la situazione pericolosa, indipendentemente dall'attribuibilità al medesimo dell'origine della stessa». Pertanto, dai menzionati dicta di legittimità in cui emerge che «la normativa antisismica è ispirata a preservare la pubblica incolumità», a parere di chi scrive si può affermare che nessun condomino, neppure a maggioranza, può negare «il diritto ad un altro di conoscere lo stato in cui versa il palazzo». Inoltre, qualora l’amministratore di condominio non si adoperi per verificare la «classificazione sismica» dell’edificio condominiale, potrà attivarsi eventualmente un singolo condomino al fine di porre in essere il relativo adempimento.

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