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Pompa di calore, condòmino distaccato e ripartizione spese

di Matteo Rezzonico - L’Esperto Risponde

La domanda

Il mio condominio, composto da sei unità, utilizza una caldaia a pompa di calore. È sorta, tuttavia, una controversia sulla ripartizione delle spese in bolletta, in quanto l'amministratore, dopo aver accantonato il 10% su base millesimale, ripartisce il restante importo in base alle «termie» consumate.Fatto salvo l'accantonamento del 10% dell'importo della bolletta su base millesimale, anche tutte le voci della bolletta andrebbero divise in base ai millesimi tranne i consumi effettivi che seguono le termie consumate da ognuno. Il problema è sorto quest'anno perché, pur avendo consumato 14 termie rispetto alle 21 dell'anno scorso, il costo unitario relativo al mio appartamento è passato da circa 89 a 156 euro. L'amministratore si è giustificato dicendo che, siccome un condomino ha messo la stufa a pellet e non ha consumato. La stufa è una sua scelta, ma i costi d'impianto secondo me andrebbero ripartite in base ai millesimi, anche se un inquilino tiene spento il riscaldamento. Ho ragione?

Nel condominio in cui è sito l'appartamento del lettore è in azione un riscaldamento centralizzato che eroga calore mediante pompe alimentate da energia elettrica. Se così è, non può non valere – al di là dell'uso dei “sottocontatori” (che non riguardano gli impianti di riscaldamento elettrici) - il disposto dall'articolo 9, comma 5, lettera d, del Dlgs 102/2014 per il quale «quando i condomini o gli edifici polifunzionali sono alimentati da teleriscaldamento o da sistemi comuni di riscaldamento, per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di calore per il riscaldamento…delle unità immobiliari e delle aree comuni, nonché per l'uso di acqua calda per il fabbisogno domestico, se prodotta in modo centralizzato, l'importo complessivo è suddiviso tra gli utenti finali, in base alla norma tecnica UNI 10200 e successive modifiche e aggiornamenti. Ove tale norma non sia applicabile o laddove siano comprovate, tramite apposita relazione tecnica asseverata, differenze di fabbisogno termico per metro quadrato tra le unità immobiliari costituenti il condominio o l'edificio polifunzionale superiori al 50 per cento, è possibile suddividere l'importo complessivo tra gli utenti finali attribuendo una quota di almeno il 70 per cento agli effettivi prelievi volontari di energia termica. In tal caso gli importi rimanenti possono essere ripartiti, a titolo esemplificativo e non esaustivo, secondo i millesimi, i metri quadrati o i metri cubi utili, oppure secondo le potenze installate».Ciò premesso - senza entrare nel merito della decisione condominiale di ripartire il 10% dei consumi per millesimi di proprietà - la scelta del singolo condomino di installare una stufa pellet nel proprio appartamento, di per sé, è legittima. Senonché, ove il condomino mantenga inattivo il dispositivo che eroga calore nella sua unità, risparmierà solo sui consumi relativi ai cosiddetti “prelievi volontari”. Per quanto attiene invece alle voci di spesa esposte in bolletta attinenti all'uso dell'impianto, (connesse al consumo volontario o involontario), le stesse sono a carico di tutti i condòmini allacciati all'impianto, a prescindere dall'uso effettivo.

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