Condominio

Ammanchi, pagano i danni gli amministratori «pasticcioni»

di Paolo Risotti

Gli amministratori pasticcioni rendono la differenza derivante dal caos contabile e pagano pure i danni. Lo ha deciso il Tribunale di Roma (sentenza 13061/2018, giudice Roberto Ghiron) in relazione alla vicenda di un condominio romano dove si erano avvicendati due amministratori, uno dal 2002 al 2010 e l’altro dal 2011 al 2012. Alla fine del loro incarico, la situazione contabile risulta talmente confusa che l’assemblea dei condòmini non solo si trova nell’impossibilità di approvare l’ultimo rendiconto, ma è anche costretta a costituire un fondo straordinario di circa 120mila euro per poter far fronte alle numerose richieste dei fornitori, sebbene le morosità fossero minime.

L’assemblea decide però di non farla passare liscia ai due e dà così mandato al nuovo amministratore di citarli entrambi in giudizio per farli condannare al risarcimento del danno da inadempimento al mandato.

Il Tribunale di Roma “bastona” pesantemente i due “pasticcioni” e li condanna a versare al condominio sia gli importi che si erano indebitamente trattenuti (accertati dal consulente nominato dal giudice) sia l’ulteriore cifra di 5mila euro a carico di ciascuno (in via equitativa) per il risarcimento del danno patrimoniale subìto dal condominio per il disordine contabile. In particolare, per le spese affrontate dai condòmini e riconducibili alle lacune dei bilanci, alla mancata tenuta delle scritture contabili previste dalla legge e alla confusione dei patrimoni fra mandante e mandatario.

In particolare, il Tribunale di Roma ha ribadito che l’amministratore-mandatario, come stabilito dall’articolo 1713 del Codice civile, ha l’obbligo di rimettere al condominio-mandante tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato, comprese le somme di danaro appartenenti a quest’ultimo e ricevute nel corso del mandato.

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