Condominio

Riqualificazione energetica in condominio, interventi per 33 miliardi

di Saverio Fossati e Giuseppe Latour

Riqualificare il condominio a costo zero, sommando sconti fiscali e risparmi energetici. Grazie soprattutto alla nascita di consorzi, nei quali saranno coinvolti istituti di credito e società di servizi energetici, che offriranno ai cittadini pacchetti «chiavi in mano». Si tratta di un mercato enorme, potenzialmente di oltre un milione di condomìni: se consideriamo che almeno un decimo ha urgente bisogno di effettuare la riqualificazione energetica con un costo medio di circa 300-350mila euro per edifici di medie dimensioni (circa 20 appartamenti), in 2-3 anni il potenziale è di almeno 30-35 miliardi, di cui il 6,5% all’anno a carico dell’erario.

È la quadratura del cerchio, per consentire finalmente lo sblocco del mercato della cessione dei crediti relativi agli interventi in casa. Il veicolo è una circolare dell’agenzia delle Entrate, annunciata venerdì scorso dal vice ministro dell’Economia Enrico Morando e attesa a giorni, per chiarire alcuni aspetti procedurali e regolatori legati alla portabilità che, finora, avevano impedito di sbloccare definitivamente un grosso volano di mercato edilizio-impiantistico con effetti importanti sull’autonomia energetica del nostro Paese.

Di certo, in attesa dei chiarimenti delle Entrate, diversi operatori si stanno già muovendo. Hera, per esempio, si impegna già ora a versare al condominio l’importo della cessione del credito, al netto del valore di anticipazione, col quale l’amministratore contestualmente salderà, in tempo utile, tutti i fornitori. Enel «sta collaborando con Deloitte e Ance per lo sviluppo della piattaforma di scambio dei crediti fiscali (si veda pezzo in basso), al fine di valutare le opportunità di questo mercato». Un interesse - quello verso la riqualificazione - legato, soprattutto, alla divisione Enel X, nata da poco e dedicata proprio ai servizi innovativi: fotovoltaico, caldaie e climatizzatori ad alte prestazioni, illuminazione. Meno coinvolti nelle offerte ai condomìni Acea («Stiamo valutando anche questa opportunità») ed Enea, mentre A2A Energia ha già una proposta chiavi in mano per gli impianti, che va dal sopralluogo in condominio alla realizzazione dell’intervento e all’acquisto del credito d’imposta. Anche Energa ha già realizzato diverse riqualificazioni, acquistando il credito d’imposta e facendo pagare solo il 50% dei costi dell’intervento, con risparmio dal 30% al 40% dei consumi. Iren ha già fatto 150 audit energetici e ha in budget 50 milioni da investire, facendosi carico di progetto ed esecuzione.

Anche dal lato degli istituti di credito qualcosa si muove. Banco Bpm, ad esempio, continua a lavorare con «soggetti specializzati», con l’idea di arrivare a offrire ai propri clienti servizi in questo settore. Nessuna novità concreta prima che siano totalmente chiarite le regole. Ma altre banche si stanno muovendo nell’ombra.

In realtà le difficoltà non sono solo economiche: bisogna coinvolgere amministratori e condòmini, convincerli della bontà dell’operazione e fornire garanzie e finanziamenti. Inoltre, il fatto di non poter cedere il credito d’imposta a banche o finanziarie rappresenta un ostacolo, soprattutto per le imprese, creato dai vincoli di Eurostat: il credito d’imposta che venga ceduto dal titolare a un istituto, in automatico viene considerato debito pubblico.

Ma in base a quanto risulta al Sole 24 Ore, nell’imminente circolare delle Entrate sarà prevista la possibilità di cedere il credito fiscale anche a un soggetto di tipo associativo, compresi i consorzi, anche se partecipati da soggetti finanziari, purché la loro quota di partecipazione non sia maggioritaria. Il credito potrà anche essere ceduto a società di servizi energetici (che facciano parte dei consorzi o agiscano in proprio): questo consentirebbe di giocare sulla fisarmonica dei risparmi di combustibile e della fidelizzazione del cliente per coprire la parte che resterebbe a carico delle famiglie.

E non è tutto. Con un altro intervento l’Agenzia metterà “in chiaro” nel cassetto fiscale il credito ceduto all’impresa e spiegherà l’iter per trasferire quel credito a un ulteriore cessionario.

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