Condominio

Droni e condominio: una prospettiva psicologicamente inquietante

di Fulvia Ambrosino e Federica Riccardi

Napoli, 27 Gennaio 2018: nel quartiere Vomero, popolatissimo e residenziale, viene avvistato un drone sorvolare un edificio residenziale ed abbassarsi ad altezza ‘balcone''.
Immediatamente dopo, come ci segnala un condòmino, viene affisso nella bacheca condominiale un avviso : “ E' severamente vietato l'utilizzo di droni nello spazio circostante al condominio così come è vietata severamente la ripresa fotografica e le videoregistrazioni. “
A detta dei presenti, il drone volava a pochi metri da alcune abitazioni, sollevando inquietudine e dubbi tra gli occupanti dello stabile, preoccupati per la loro privacy e sicurezza.
Per chi non avesse dimestichezza con le innovazioni degli ultimi anni, i droni sono piccoli velivoli telecomandati da terra, spesso dotati di telecamera per scattare foto o registrare video.
Originariamente costruiti per usi militari, i piccoli oggetti volanti sono oramai diventati alla portata di molti. Difatti il volume di vendita dei droni è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, permettendo senza troppe difficoltà a giornalisti, fotografi, investigatori privati o a giovani dilettanti di accedere alla realtà dalla meravigliosa e poco sospetta prospettiva del cielo.
L'accaduto incuriosisce per lo scenario che apre: e se in condominio la privacy non fosse più solo legata alla questione delle telecamere ma, da oggi, anche a questi simpatici e meno controllabili giocattoli?
Fino a qualche tempo fa infatti i condòmini di un edificio potevano storcere il naso quando, passando davanti alla telecamera sopra il portoncino, avevano a noia l'essere ripresi. Una volta in casa però la privacy era garantita!
Cosa accadrebbe se diventasse norma plausibile il rischio di poter essere fotografati da un drone dalla finestra di casa propria mentre ci si infila la vestaglia?
Cerchiamo di chiarire.
Gli enti che regolamentano il settore sono fondamentalmente due: l'ENAC, l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, che si occupa soprattutto di limitare l'uso in funzione del pericolo di collisione o incidente che possa riverberarsi al suolo (immaginiamo un drone che pesa più di tre chili precipitare in una zona abitata); e il Garante per la privacy, che regolamenta il diritto di fare registrazioni in luoghi pubblici o privati e della loro diffusione.
I due enti collaborano nella regolamentazione del settore. In particolare l'ENAC ha recentemente aggiornato il regolamento nazionale, introducendo il riferimento a leggi in materia di privacy; mentre il Garante ha stilato delle linee guida per aiutare sia gli operatori del settore, sia i cittadini comuni.
Prima che i condòmini inizino a domandarsi se prima o poi vedranno un drone atterrare sul proprio stenditoio e prima che gli amministratori si preparino psicologicamente a fronteggiare un altro ‘'nemico invisibile''.
Affrontiamo quindi il tema della sicurezza per primo.
L'ENAC fa una distinzione tra gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto ( APR) utilizzati per fini ricreativi e sportivi, e i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) utilizzati per scopi lavorativi e di sicurezza che necessitano di apposito brevetto.
Un APR non necessita di alcun attestato o corso per poter volare. Esistono tuttavia limitazioni volte a ridurre al minimo il pericolo di incidenti al suolo. Infatti anche per utilizzare un piccolo velivolo, anche solo a scopo ricreativo, è obbligatorio attenersi al divieto di sorvolo di agglomerati urbani, aree congestionate, assembramenti di persone e di infrastrutture sensibili.
Quindi, non vicino ad un edificio o un palazzo. Lontano da un condominio.
Per utilizzare un drone per motivi professionali è necessario presentare una Dichiarazione, oppure, per operazioni più complesse, deve ottenere un'autorizzazione specifica. Sono necessari, inoltre, l'attestato per il pilota, un'assicurazione e, in particolari spazi aerei, un nulla osta all'occupazione dello spazio aereo.
Veniamo ora agli aspetti legati alla privacy.
La problematica che insorge a seguito di questo massiccio utilizzo dei droni, non è legata solamente ai possibili danni di cose o persone in caso di avaria del dispositivo, ma piuttosto è aggravata dalle attrezzature presenti a bordo del velivolo, per la raccolta di immagini e dati sensibili, e del possibile utilizzo improprio di immagini non autorizzate.
Naturale interrogarsi su se esistano leggi e limitazioni in merito all'utilizzo di tali dispositivi tecnologici. Visto il crescente timore che l'uso improprio di questi possa ledere la sicurezza o la privacy delle persone.
L'ENAC, con l'articolo 22 del suo regolamento stabilisce che: “laddove le operazioni svolte attraverso un SAPR possono comportare un trattamento di dati personali, tale circostanza dovrà essere menzionata nella documentazione sottoposta ai fini del rilascio della pertinente autorizzazione.”
Visto il numero crescente di denunce legate all'utilizzo sconsiderato di queste nuove tecnologie, il Garante per la privacy è intervenuto stilando una infografica con le regole da seguire per non 'invadere la privacy durante l'utilizzo a scopo ricreativo dei droni.
Lo scopo è sensibilizzare gli utenti alla protezione dei dati personali.
Il Garante si è infatti preoccupato di sottolineare che sono punite con sanzioni penali le invasioni, l'utilizzo e la riproduzione non autorizzata di frammenti di vita registrati in luoghi privati.
La raccomandazione è quindi di evitare di invadere spazi personali ed intimità delle persone. Ad ulteriore tutela delle persone è stato istituito il divieto di qualsiasi volo in area popolata. Come certamente è considerabile un condominio.
Tutto questo appare formalmente molto rassicurante. Ma sarà facile gestire e controllare che tali procedure vengano rispettate, considerando che il raggio di azione di un dispositivo può raggiungere anche i 5000 metri?
Nonostante l'unione europea sia intervenuta a tutela della privacy sottolineando, nell'articolo 8 della convenzione europea sui diritti umani, che ognuno ha il diritto al rispetto della vita privata, familiare e del proprio spazio privato, risultano allarmanti i dati statistici di paesi in cui la diffusione di questi dispositivi è avvenuta con lieve anticipo.
Il Regno Unito, ad esempio, dove il numero dei rapporti della polizia che coinvolgono i droni sono cresciuti a ritmi vertiginosi negli ultimi tre anni, passando da 283 nel 2014 a 1237 nel 2015, fino ad arrivare alla cifra di 3456 relativa all'anno scorso.
Nell'epoca in cui spesso appaiono labili i confini sui limiti delle invasioni alla sfera più intima della persona, come viene percepita questa facile violazione della privacy?
Questo piccolo episodio di cronaca partenopea, porta alla luce una problematica legata alla necessità di controllo e tutela che risulta di non facile gestione, dando spazio ad alcune riflessioni dovute, non solo riguardo la sicurezza e la privacy in condominio ma anche e forse soprattutto riguardo la percezione delle persone di poter effettivamente vivere tranquilli in casa propria, nel rispetto della riservatezza e senza il timore epidemico che i tempi in cui ci si dovesse preoccupare che a non guardare in casa fosse solo la vicina “ pettegola” siano solo un lontano, roseo, rassicurante ricordo.

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