L'esperto rispondeCondominio

Distacco: relazione tecnica con risultati previsti

Paola Pontanari

La domanda

Vivo in un condominio in cui una parte dei condòmini ha deciso di distaccarsi dall'impianto centralizzato. Nella relazione del tecnico, cosa dev'essere scritto a dimostrazione che il distacco non comporti aggravi sull'impianto centralizzato?

La legge 220/12 non contiene alcuna informazione su come debba essere redatta la relazione tecnica, ma solo il risultato che si dovrà ottenere: ossia dimostrare che dal distacco non derivino notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condòmini. Per tale ragione, si possono utilizzare metodi diversi per il relativo calcolo, purché si basino su concetti reali di termotecnica. Pertanto, è sufficiente applicare regole tecniche che abbiano un criterio logico e che portino a un risultato "vero". Al riguardo, ad esempio, si tenga presente che molto spesso, non essendo possibile ed economicamente sostenibile ottenere le planimetrie di tutti gli appartamenti di cui si compone l'edificio condominiale, il calcolo potrà essere: sulle tabelle millesimali di ripartizione del riscaldamento (che rappresentano approssimativamente il fabbisogno energetico delle singole unità) e sul consumo medio reale dell'edificio (calcolato in unità di metri cubi, dall'analisi delle fatture del distributore di carburante degli ultimi anni).Chi desidera distaccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento o condizionamento, quindi, dovrà dimostrare che tale intervento non arrechi alcun danno agli altri condòmini. Per fare ciò, occorrerà produrre una perizia tecnica redatta da un professionista abilitato e specializzato, in cui dovranno essere indicati: i consumi effettivi dell’impianto, tenendo in debita considerazione che possono verificarsi delle dispersioni di calore; i consumi ipotizzati dopo il distacco; e l’assenza di potenziali alterazioni negative all’impianto centralizzato.

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