Condominio

Nella «manovrina» cessione del credito fiscale alle Esco

di Carmine Fotina e Gianni Trovati

Sul tavolo della manovrina correttiva arriva anche la norma che punta ad allargare l’utilizzo degli sconti fiscali in condominio superando il problema degli «incapienti», cioè dei titolari di redditi bassi che non pagando l’Irpef sono oggi di fatto esclusi dalle agevolazioni. L’idea, già proposta dal viceministro dell’Economia Enrico Morando in legge di bilancio ma senza successo perché il post-referendum fece di fatto saltare la discussione in Senato, è quella di permettere alle assemblee di condominio di cedere lo sconto fiscale su ristrutturazioni (50%), risparmio energetico (65%) e interventi antisismici (fino all’85%) alle società di servizi energetici (Esco), con il vantaggio per i condòmini di trasformare il beneficio fiscale in uno sconto sui lavori, fruibile quindi a prescindere dal reddito. La polemica politica, invece, sembra spingere fuori dal Def il riferimento alla riforma del Catasto, che in ogni caso difficilmente si potrebbe tradurre in pratica in questa legislatura.

Il testo della manovrina, al centro in questi giorni di continue riunioni tecnico-politiche in vista del varo della prossima settimana, assume sempre più le dimensioni di un maxi-decreto, imbarcando anche le norme del provvedimento sugli enti locali elaborato per ampliare le assunzioni nei Comuni ed offrire qualche sostegno finanziario in più a Province e Città metropolitane. Nel menu anche due capitoli aggiuntivi, su fisco e concorrenza: al primo versante rimanda la regola sul Durc, per aggirare l’ostacolo oggi creato dal fatto che le imprese che aderiscono alla rottamazione delle cartelle non possono ottenere il certificato di regolarità contributiva prima del versamento della prima rata, e dunque si vedono chiusa la possibilità di lavorare con la Pa.

Sempre in fatto di fisco, accanto alla rottamazione delle liti pendenti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), spunta l’ipotesi di eliminare i marchi commerciali dalla lista dei beni intangibili per i quali si può beneficiare della detassazione da patent box, intervento ormai indispensabile per adeguarsi alle regole Ocse. In chiave pro-sviluppo, invece, si lavora a misure per facilitare l’approdo in Borsa delle Pmi e a un ampliamento del perimetro operativo del fondo centrale di garanzia: novità, queste, che arricchirebbero il capitolo «crescita», composto anche dalla proroga a tutto il 2018 dell’iper-ammortamento, dalla semplificazione sulle cartolarizzazioni dei crediti immobiliari, dalla norma «acchiappa-fondi» e dalla garanzia statale sul credito erogato alle imprese direttamente dai fondi Fia.

Nel pacchetto concorrenza è invece in campo il recupero della norma anti-scorrerie sulle scalate finanziarie, per imporre obblighi di trasparenza informativa a chi intende salire oltre il 10% di un’azienda quotata, e l’abrogazione della norma anti-Flixbus, cioè il comma del Milleproroghe che autorizza a operare sulle tratte interregionali solo le società che svolgono come attività principale il trasporto passeggeri.

Le ultime bozze, come accennato, uniscono gli articoli della «manovrina» a quelli del decreto enti locali: il piatto forte di questo provvedimento è l’allargamento delle possibilità di assunzione per i Comuni con più di 10mila abitanti, che potrebbero essere triplicate facendo passare il turn over dal 25 al 75% (percentuale, questa, già prevista per i Comuni più piccoli con conti e organici in ordine).

Trova conferme, poi, l’accantonamento dell’ipotesi di raccogliere coperture con una tassa sulle bevande gassate, idea contro la quale si sono pronunciati ieri il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e Federalimentare.

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