Condominio

Gli amministratori sono oppressi da adempimenti fiscali

di Maria Chiara Servadei

Spett.le Redazione del Sole 24 Ore,
mi permetto di disturbarVi in alternativa all'Agenzia delle Entrate.
Devo purtroppo ammettere che non sono una Vostra assidua lettrice. A parte i periodi durante i quali la nostra amata Repubblica, o meglio, chi governa il nostro bel paese si esibisce in nuovi e spericolati adempimenti fiscali che mettono a dura prova gli stati mentali dei poveretti costretti ad ottemperarvi.
Mi riferisco all'ultima trovata – consentitemi il termine – relativa all'obbligo, per gli amministratori di condominio – di comunicare all'Agenzia delle Entrate i dati relativi ad opere straordinarie eseguite negli immobili durante l'anno 2016. Non ci sarebbe nulla di male se tale comunicazione riguardasse il tipo di intervento eseguito e l'ammontare delle spese sostenute. Qui si tratta, invece, di fornire dati – relativi alle singole unità immobiliari, e ovviamente ai loro proprietari o titolari di altro diritto di godimento – al solo scopo di consentire la predisposizione dei modelli 730 pre-compilati.
Da addetta ai lavori, essendo impiegata nello studio di un amministratore, mi chiedo come si possa ideare una tale trovata. In pratica lo Stato Italiano, che più e più volte ha dimostrato di non essere affatto pronto per innovazioni informatiche anche di più semplice natura, chiede agli “sfigati” di turno la fornitura di dati per abbozzare dichiarazioni che – è un dato di fatto – vengono utilizzate da pochissimi contribuenti. Consentitemi un esempio banale: è come se invitassi un amico a cenare a casa mia offrendomi di preparargli personalmente la classica pizza basilico, mozzarella e pomodoro (non a caso verde, bianco e rosso) e obbligandolo a portarmi gli ingredienti principali. Complimenti.
Da addetta ai lavori, dal 10 febbraio ad oggi, ho digitato 446 codici fiscali, 446 codici catastali, 446 fogli, 446 particelle, 446 numeri di subalterno, 446 quote ad uso detrazione, visto che il programma “appositamente ideato e scaricabile gratuitamente” non consente, una volta inserito il fabbricato, di memorizzare i dati catastali dell'immobile. Complimenti.
Consentitemi di dire, senza timore di essere smentita, che le informazioni fino a qui fornite in merito alla metodologia di compilazione del predetto programma erano totalmente errate. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di una “duplice” compilazione per immobili soggetti a due tipologie di intervento suggerita dagli esperti: nulla di più sbagliato, i due file avrebbero avuto lo stesso “nome” con il rischio di venire scartati da Entratel. L'invio, infatti, deve essere univoco e comprendente uno o più tipologie di intervento. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di inserire i codici 1 o 2 nel campo 21, in caso di parziale o mancato pagamento dell'importo da parte del singolo proprietario entro l'anno 2016. Il programma consente solo di “spuntare” la casella e non di inserire numeri o crocette. Complimenti.
Seguendo la teoria del “chi fa da se fa per tre” ho provato a compilare il “modulo” con il buon senso e con una discreta dose di “incazzatura”, riuscendo nell'intento e cioè inserire correttamente i dati, controllarli, inviarli all'intermediarlo, farli controllare da un altro apposito programma, trasmetterli, attendere l'esito della trasmissione e, finalmente, ricevere la ricevuta. Alla faccia della semplificazione e dell'informatizzazione. Di nuovo, complimenti.
Faccio questo lavoro dal lontano 1988 ed ho quindi potuto assistere all'accanimento che, in termini di adempimenti, fiscali è stato perpetrato nei confronti della mia professione.
L'Avv. Marco Pirelli di Milano, figura più che illustre nell'ambito del diritto immobiliare e docente al corso che frequentai nel 1987, si rivolterà disgustato nella tomba nel vedere cosa ci si è inventati per rendere indistricabile un compito che doveva e dovrebbe solo riguardare la compilazione di un rendiconto di entrate ed uscite. Perché è questo il compito dell'amministratore e cioè rendere il conto della propria gestione. Tanto si è speso, tanto si è incassato, e questo è il risultato. Fine.
E invece no. Visto e considerato che il condominio è, ormai, l'unica entità che non può sparire dalla sera alla mattina e che quindi è sempre “rintracciabile”, perché non escogitare leggi per far cassa, inventando pretesti o adempimenti pesantemente sanzionabili? Complimenti.
In questo periodo, grazie all'ultima trovata dei nostri incomparabili legislatori, salto le pause pranzo, e lavoro dieci ore al giorno per riuscire a portare a termine le 16 pratiche che mi sono rimaste sulle 50 aperte nel 2016, tralasciando tutti gli altri compiti legati al “normale” svolgimento della mia professione. Ad esempio redigere i rendiconti delle gestioni. E non mi si racconti che gli attuali programmi per la contabilità condominiale possono essere aggiornati con le novità normative e che tutto è gestibile premendo un tasto del computer. Tutto è aggiornabile, tutto è “informatizzabile”, ma tutto è comunque da controllare, visto che € 100,00 per ogni comunicazione sbagliata sarebbero da sborsare in caso di errore. Ci vuole tempo per fare i lavori in maniera corretta.
Meno male che c'è stata la proroga al 7 marzo.
Complimenti.

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