L'esperto rispondeCondominio

Una relazione per lasciare il riscaldamento «centralizzato»

Silvio Rezzonico

La domanda

Abito in un condominio con impianto di riscaldamento centralizzato. Dovremmo adeguare l'impianto alle nuove disposizioni di termoregolazioni e contabilizzazione dei termosifoni; però in tanti non sono d'accordo circa le spese da sostenere e vogliono chiudere il riscaldamento centralizzato. Si può fare? Quale maggioranza condominiale occorre?Eventualmente, si può adottare una soluzione parziale, in base alla quale alcuni si staccano e gli altri si adeguano alle nuove normative?

A norma dell’articolo 4, nono comma, del Dpr 59/2009, «in tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4, e in ogni caso per potenze nominali del generatore di calore dell’impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 kW, appartenenti alle categorie E1 ed E2, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3, del decreto del presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, è preferibile il mantenimento di impianti termici centralizzati laddove esistenti; le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla trasformazione degli impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per singola unità abitativa devono essere dichiarate nella relazione di cui al comma 25».Dunque, solo con il supporto della relazione del progettista è possibile derogare al disposto del citato articolo 4, nono comma, sia quanto al passaggio a impianti autonomi, sia quanto al passaggio a un sistema misto (centralizzato/alcuni impianti autonomi).Le maggioranze richieste in assemblea, per la trasformazione dell’impianto centralizzato in impianti autonomi, sono quelle previste dall’articolo 26, secondo comma, della legge 10/1991 (maggioranza semplice delle quote millesimali, rappresentate dagli intervenuti in assemblea).

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