Condominio

Il valore degli immobili cresce con la domotica

di M.Cristina Ceresa

Tra dieci anni la casa degli italiani avrà un mercato se, e solo se, sarà energeticamente efficiente e sarà in grado di dimostrare di essere discretamente domotizzata. Lo attesta una rilevazione dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it prevedendo che dal punto di vista energetico, allo scadere dei primi 25 anni del nuovo secolo, il 52% delle nostre abitazioni sarà appetibile dopo aver subito interventi tecnologicamente evoluti.

Anche gli addetti ai lavori sono positivi su questa tendenza e i dati dell’Osservatorio Cresme (con elaborazione dati Anie e Anima) mostrano che, benché il mercato dell’edilizia negli ultimi anni abbia registrato una pesante sofferenza (-17%), l’impiantistica elettrica, elettronica e meccanica, cuore della domotica moderna, registrano un trend crescente tanto che rappresentano nei capitolati ben il 14,4% (era poco meno del 10%).

I dati sono relativi alla situazione italiana al 2014 e dimostrano come efficienza energetica e domotica siano strettamente collegate e siano la vera prospettiva. A cominciare dalle installazioni di illuminazione a Led (+577%), che si portano appresso un giro di affari da 2,81 milioni di euro, proseguendo con il settore legato alla domotica che ha registrato un aumento del 34% arrivando a un fatturato di 368 milioni di euro. Sotto questa voce troviamo anche le installazioni dei sistemi antintrusione, cresciute del 4% a 7,68 milioni di euro, accoppiate con i sistemi tecnologici di prevenzione incendi che si sono portati a casa una crescita del +2,2% a 2,35 milioni). Il mondo del riscaldamento-raffreddamento (pompe di calore in gruppi refrigeratori, compressione condizionatori d’aria e di acqua) ha fatto registrare una crescita del 20%per 472 milioni di euro.

Vale di più l’immobile nel caso di vendita o di affitto, ma il risparmio che le nuove tecnologie apportano nel day by day è immediatamente evidente. E la bolletta elettrica, oltre a quella del gas, lo dimostra: «In particolare – fa notare Claudio Andrea Gemme, presidente di Anie Confindustria - per il riscaldamento-raffrescamento degli edifici residenziali stimiamo un risparmio minimo del 9%, fino a un massimo del 26%, mentre per quanto riguarda il consumo di energia elettrica si passa da un minimo del 7% a un risparmio massimo del 15%».

Gemme fa riferimento a quanto gli edifici residenziali pesano sui consumi totali di energia di un Paese come il nostro: 40 per cento! E in particolare sottolinea il fatto che «in Italia il consumo di energia medio delle abitazioni si aggira attorno a valori compresi tra i 160 e i 230 kWh/m2 anno: un dato decisamente poco esaltante se si considera che la media europea è inferiore del 30%-60%. Nel settore domestico, un massiccio ricorso a tecnologie più efficienti permetterebbe di ottenere riduzioni di consumi fino al 12% già nel 2020, pari a circa 1,4 miliardi di euro, secondo i dati Enea».

Effettivamente, tanta strada va però ancora fatta sul fronte dell’efficientamento energetico: a oggi - sono dati ancora elaborati da Immobiliare.it - solo il 33% degli immobili residenziali in vendita può vantare un adeguato status energetico (classi A, B, C, D): «È evidente – riflette Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it - come questo dato sia un ostacolo per la ripresa del mercato immobiliare: gli immobili energivori sono quelli meno appetibili e nei prossimi anni diventeranno sempre più difficili da vendere». Da notare come già oggi gli immobili efficienti abbiano tempi di vendita più brevi (-18% rispetto a immobili oltre la classe D) e valori di mercato maggiori (+12% sul prezzo richiesto).

«Un immobile ristrutturato ad arte ed efficientato dal punto di vista energetico – spiega ancora Gemme - ha un mercato paragonabile a quello di una nuova costruzione, se non superiore a volte per caratteristiche formali, come superficie calpestabile e numero di vani». Il tema piace a chi lotta contro il consumo di suolo e anche agli architetti che sono sempre più di fronte a richieste di riqualificazione. Ed è volano per il mercato del lavoro nel settore dell’edilizia. Un’indagine Anie sottolinea che le figure professionali più richieste nei prossimi anni saranno ingegneri elettrici, elettronici e meccanici e diplomati in istituti tecnici professionali con specializzazioni in elettronica elettrotecnica e meccanica, informatica e telecomunicazioni. «Sarà importante in questa fase - conclude Gemme - allineare sempre di più le richieste delle aziende e quindi la domanda di mercato con la formazione degli studenti: Anie sta facendo la sua parte su questo fronte. Abbiamo recentemente firmato un protocollo con il ministero dell’Istruzione che ha proprio l’obiettivo di facilitare l’alternanza scuola-lavoro e dunque creare figure professionali giovani, flessibili, in grado di progettare l’innovazione e districarsi nei nuovi mercati delle tecnologie».

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