Condominio

Il cemento armato va controllato anche in condominio

di Antonio Brencich (Professore di Costruzioni in Cemento Armato e Cemento Armato Precompresso Scuola Politecnica – Università di Genova)

Comunemente si ritiene che il termine Cemento Armato sia di per sé garanzia di sicurezza, ma non è così. Il terremoto dell'Aquila, ultimo in ordine di tempo, ha nuovamente dimostrato che le costruzioni in cemento armato possono sia resistere all'azione sismica che crollare. Questo è vero non solo per gli eventi estremi ma anche in condizioni normali.
Nel dicembre 1998 a Roma crolla un palazzo in cemento armato realizzato negli anni '60; perdono la vita 27 persone. L'indagine tecnica accerterà che la causa del crollo è stata la pessima qualità del cemento armato e la corrosione delle armature. Pochi mesi dopo, a Palermo, in via Pagano, crolla un palazzo di 6 piani; causa: la sabbia di mare con cui era stato costruito aveva distrutto molte delle armature metalliche (3 vittime). Novembre 1999: in viale Giotto a Foggia crolla un palazzo di 6 piani, 67 vittime; causa: pessima qualità dei materiali. E sono solo i primi tre casi. Ma esistono anche casi opposti: l'Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno nel 1990 venne investito da un Aermacchi in avaria dell'Aeronautica militare: la struttura non subì alcun danno e gli allievi dell'istituto poterono evacuare l'edificio in sicurezza. Le vittime furono limitate alla sola aula colpita direttamente dall'aviogetto.
E allora, il Cemento Armato è o non è garanzia di sicurezza?
Il Cemento Armato è solo una tecnologia costruttiva che integra la debolezza a trazione di un materiale, il calcestruzzo, che di per sé è dotato di elevata resistenza a compressione, con l'acciaio. Impiegato su ampia scala dall'inizio del ‘900, il cemento armato è diventato rapidamente il simbolo della modernità: in Francia si diffuse perché riduceva il pericolo d'incendio; in Italia s'insegnava che il calcestruzzo era la pietra artificiale e che ogni edificio sarebbe stato una sorta di piccolo Colosseo, destinato a durare per sempre. E' così? In vero, il degrado di poggioli e ponti, che è sotto gli occhi di tutti, dovrebbe far sorgere qualche dubbio; se non bastasse, i crolli cui si è brevemente accennato dimostrano che neanche questa moderna tecnologia costruttiva può garantire la sicurezza se l'uomo, il progettista, il direttore dei lavori e il costruttore, operano malamente.
I crolli di Roma, Palermo e Foggia sono stati prodotti dalla pessima qualità dei materiali, e quindi: quanti sono gli edifici in quelle condizioni? Una valutazione esatta non esiste e non è possibile su scala statistica. L'ultimo lustro di attività dell'autore di questo articolo alla direzione del Laboratorio di Ingegneria Strutturale della Scuola Politecnica di Genova ha dimostrato che esistono diversi edifici in condizioni limite, come dicono gli ingegneri o, con un gergo corrente, in condizioni di sicurezza insufficiente. Calcestruzzo con sabbia di mare, armature corrose, economia di cemento ed eccesso di acqua e progetti approssimativi sono molto più frequenti di quanto non si pensi. In genere, si tratta di edifici che risalgono a due periodi storici: gli anni '30, quando l'embargo internazionale all'Italia (per la guerra d'Etiopia) ridusse la disponibilità anche dei materiali da costruzione, e gli anni '50-‘60, quando la necessità di ricostruire una nazione ancora non ricca condusse a impiegare materiali che attualmente non sono ammissibili neanche per un pollaio.
Oggi sono trascorsi 50-60 anni dal boom edilizio post bellico, un periodo breve ma sufficiente ad evidenziare gli effetti del degrado sui materiali da costruzione che, sugli edifici realizzati male, sono particolarmente evidenti: fessure profonde sui pilastri, deformazione dei poggioli, sfondellamento (distacco d'intonaco e laterizio) dei solai. Alle volte questi fenomeni sono dovuti a scarsa od errata manutenzione, ma altre volte sono prodotti dal degrado di materiali d'infima qualità che, quasi sempre, si associano a progetti altrettanto carenti ed a controlli di qualità (che c'erano anche in passato) inesistenti. In questi casi la sicurezza dell'edificio è dubbia e solo una specifica indagine tecnica potrà chiarirlo.
Quindi: anche il Cemento Armato può crollare anche senza un terremoto? Non solo può crollare, l'ha già fatto varie volte. Per fortuna, questi eventi vengono annunciati da scricchiolii e colpi secchi (scambiati per colpi di pistola, sono prodotti dalla rottura di alcune armature) e si possono prevenire: basta non sottovalutare i sintomi di degrado, eseguire indagini tecniche approfondite e dettagliate senza anteporre l'economicità alla completezza dell'indagine, rivolgersi a specialisti dell'Ingegneria Strutturale e seguirne le indicazioni. In Italia le conoscenze tecniche e scientifiche necessarie ci sono, le Università le insegnano ai giovani allievi a cui i corsi di Dottorato (3 anni post-laurea) forniscono quella specifica e profonda specializzazione nell'Ingegneria Strutturale che è necessaria in questi casi.

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